Ha destato parecchie polemiche la scelta di Facebook di inserire, nei banner promozionali all’interno del sito, immagini prese dalle gallery personali caricate dagli stessi utenti.
Il sistema prevede infatti l'”associazione” tra un annuncio pubblicitario e la foto di uno dei contatti presenti nella lista amici di chi sta navigando, con l’obiettivo di attirare l’attenzione della persona che sta sfogliando le pagine del sito presentandogli in bella vista un “volto conosciuto”, quanto basta per far concentrare l’attenzione dell’utente sul banner e magari cliccarci sopra.
Una soluzione assolutamente “azzeccata” in relazione agli scopi che si prefigge, non c’è che dire. Il problema però è quando le immagini vanno a finire su banner che sponsorizzano prodotti o servizi non particolarmente “pertinenti”.
Di questo ne sa qualcosa la signora Cheryl Smith, la cui immagine è finita per essere visualizzata dal marito (che ovviamente aveva la moglie tra i contatti amici) associata ad un servizio “Hot Singles”, un accostamento di certo non molto gradito dalla signora Smith.
Chiaro che la vicenda dei coniugi in questione non è generalizzante, ma serve bene per dare un motivo di polemica ai detrattori del servizio di social network e per riaprire, semmai si fossero chiuse, tutte le polemiche relative alla privacy degli utenti, da più parti fomentate nella certezza che il rischio sulla riservatezza di dati e foto sia elevatissimo.
Va precisato che secondo i responsabili del sito, da un punto di vista legale, Facebook ha agito in piena correttezza, dato che tra le condizioni di sottoscrizione del servizio che si accettano al momento dell’iscrizione ci sono alcune clausole che prevedono l’utilizzo da parte dei gestori del sito delle foto personali, ma ciò che fa discutere è che nessuna “chiara” comunicazione sia stata data prima di attivare questo sistema.
Ciò che inoltre ha sollevato il polverone è anche la mancanza apparente di un criterio selettivo per il tipo di inserzioni, come nel caso della signora Smith ad esempio, per cui un po’ di buon senso avrebbe dovuto suggerire che, vista la natura “particolare” del servizio pubblicizzato, forse sarebbe stato bene chiedere un esplicito consenso all’utente, cosa che invece non è stata fatta.
Lasciando a voi i commenti sulla vicenda e sulla questione privacy, è opportuno suggerire il modo per togliere il consenso a tali usi delle proprie fotografie, sarà infatti possibile disattivare questa possibilità e mettere al sicuro le proprie immagini seguendo questo procedimento: selezionare “Impostazioni” dal menu in alto e cliccare su “Impostazioni sulla privacy”, poi su “Notizie e Bacheca”, in seguito su “Inserzioni Facebook”, su “Presenza nelle Inserzioni di Facebook” e impostare, infine, su “Nessuno”. In tal modo sarete al riparo da un uso scorretto delle vostre immagini da parte di Facebook.
Update: Va segnalato infine che non è Facebook che inserisce le foto degli utenti all’interno di spazi pubblicitari, ma si tratta delle applicazioni che utilizzano le foto degli utenti per creare dinamicamente dei banner (all’interno dell’applicazione stessa e non negli spazi riservati da Facebook); quindi, se si concede la possibilità di utilizzare la propria gallery (o quella dei propri amici) alle applicazioni, quest’ultime faranno l’uso a loro consentito, quindi anche sfruttare immagini degli utenti amici.
L’opzione per disabilitare l’uso dei contenuti propri impedisce solo la pubblicazione dei social ad, che sono un “suggerimento promozionale” associato alle azioni degli utenti e che esiste dal 2007. Non evita che un’applicazione metta la foto dei propri amici su banner che girano all’interno dell’applicazione stessa.