Gli italiani si affidano sempre di più agli strumenti offerti dalla rete per riciclare i loro vecchi oggetti o per vendere quelli a cui non sono più interessati con l’obiettivo non solo di fare un po’ di pulizia ma anche di guadagnare qualche euro. Uno dei momenti chiave è sicuramente la primavera quando gli italiani si dedicano al cambio degli armadi e alle pulizie generali per disfarsi di tutte le cose che non usano più ed avere dunque una scusa plausibile per comprarne altre.
Cosciente di questa pratica consolidata, eBay ha commissionato all’istituto di ricerca TNS un’indagine volta a scoprire le abitudini diffuse nel Bel Paese per quanto riguarda la vendita online delle cose inutilizzate. Lo studio, realizzato anche in Francia, Spagna, Austria e Belgio, ha innanzitutto confermato la tendenza degli italiani (45%) ad individuare almeno un momento durante l’anno in cui fare la cernita degli oggetti presenti in casa, al fine di disfarsi di quelli inutilizzati e fare in questo modo spazio a futuri nuovi acquisti. Di questa particolari figure di riciclatori, la maggior parte non è costituita da classiche casalinghe con figli, ma bensì da giovani uomini fra i 25 e i 34 anni, senza figli e residenti al sud.
Oltre 8,5 milioni d’italiani scelgono la strada della vendita online, attribuendo a questa soluzione 3 principali vantaggi quali rapidità, sostenibilità e ovviamente, la possibilità di guadagno. Il guadagno annuo medio dei venditori digitali privati italiani si attesta a 138 euro, non moltissimo se paragonato agli altri paesi europei, infatti i professionisti dell’incasso sono indiscutibilmente gli austriaci con i loro 174 euro medi, seguiti da spagnoli (153 euro) e belgi (141 euro), meno profittevoli degli italiani, invece, le vendite medie dei francesi, che si fermano a quota 136 euro.
In generale, la classifica degli oggetti inutilizzati più venduti dagli Italiani nel corso dell’anno passato vede i libri in vetta (18%), seguiti da abbigliamento e accessori (16%) e dagli smartphone (15%) che chiudono il podio. Tuttavia, se si confrontano le classifiche degli uomini e quelle delle donne, si nota una forte discrepanza. Libri a parte, gli uomini si disfano prevalentemente di smartphone e videogiochi, mentre le donne di vestiti e scarpe.
Uomini e donne sono anche leggermente in disaccordo per quanto concerne le ragioni alla base della vendita “fai-da-te”. Se per gli uomini l’eventualità di vendere in autonomia origina principalmente da una prospettiva di guadagno, per le signore la ragione più importante coincide col concetto stesso di dare una seconda vita agli oggetti inutilizzati, evitando così di buttarli via.