eBay: quasi tutto a gonfie vele

La comunicazione della trimestrale eBay sembra un elenco di buone notizie, con forte crescita degli introiti sotto ogni singolo punto di vista. L'unica nota negativa è nel calo della mole di oggetti che popolano l'attività di marketplace: il titolo scende
eBay: quasi tutto a gonfie vele
La comunicazione della trimestrale eBay sembra un elenco di buone notizie, con forte crescita degli introiti sotto ogni singolo punto di vista. L'unica nota negativa è nel calo della mole di oggetti che popolano l'attività di marketplace: il titolo scende

Dopo due trimestrali che hanno proiettato ombre negative sul Nasdaq (Intel e Yahoo), eBay ed IBM portano un po’ di ossigeno in borsa presentando risultati positivi con eBay in particolare a festeggiare il trimestre ed a annunciare mesi rosei per la parte finale dell’anno. Per eBay trattasi peraltro del quarto trimestre positivo consecutivo, con una crescita che nel caso specifico ha raggiunto anche quote superiori rispetto ai mesi antecedenti. Non tutto è oro quel che luccica, però.

L’introito netto eBay assomma a 376 milioni di dollari (27 centesimi per azione), dato che va ora confrontato con i 250 milioni registrati 12 mesi fa. Le entrate sono cresciute del 30%, passando da 1.41 miliardi di dollari a 1.83. Meg Whitman, chief executive del gruppo, sottolinea come ogni singola componente di eBay vada a gonfie vele: dal core business, ultimamente il più problematico, fino a PayPal, passando per Skype.

Per i siti di e-commerce della galassia eBay la crescita è stata del 24% con oltre il 50% delle vendite proveniente da paesi extra-USA. Per PayPal le entrate sono state di 432 milioni di dollari, il 31% in più rispetto ad un anno prima. Skype, da parte sua, forte di una community che ammonta ormai a 220 milioni di utenti, assomma 89 milioni di dollari con un tasso di crescita che supera addirittura il 100% anno-su-anno (in calo, comunque, rispetto ai ritmi vorticosi delle trimestrali precedenti).

Il gruppo ha inoltre comunicato di aver proceduto nel trimestre ad un ulteriore scaglione di acquisto delle proprie azioni secondo un sostanzioso programma di buyback che dovrebbe terminare nel gennaio 2009. Nelle contrattazioni after-hour il titolo del gruppo scende di poco più di un punto percentuale dopo aver scontato un buon -0.5% in una giornata generalmente nera per le quotazioni di Wall Street. Ciò che vieta all’entusiasmo di Meg Whitman di essere trasmesso anche agli analisti è il dato che vede l’attività sul marketplace in nuova diminuzione: -25% per gli “store listing”, -2% per i “non-store listing”. Sebbene gli introiti salgano, insomma, il bazar risulta meno popolato e la cosa non rappresenta un buon indicatore per il futuro. Per questo motivo la borsa reagisce freddamente alla forte crescita del gruppo, crescita che tutto sommato rimane all’interno dei parametri previsti anzitempo dal mercato.

Per il prossimo trimestre le previsioni sono di una ulteriore crescita generale di 31/33 centesimi per azione con entrate ipotizzate di 1.775/1.825 miliardi di dollari. Le previsioni rimangono confermate, dunque, senza nessuna accelerazione ulteriore (come il mercato, stando anche alle conferme postume del Wall Street Journal, silentemente auspicava).

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