Apple torna a difendersi sulla questione eBook, che da qualche mese vede la società di Cupertino coinvolta in un procedimento giudiziario finalizzato a far emergere eventuali comportamenti scorretti verso gli altri protagonisti del settore. Stando alla dichiarazione ufficiale diffusa martedì dalla mela morsicata, in risposta alle accuse mosse dal Dipartimento di Giustizia americano, non ci sarebbe stato alcun comportamento anticoncorrenziale su cui indagare.
I legali Apple scelgono dunque l’attacco come strategia difensiva, rimbalzando al mittente tutte le ipotesi di pratiche irregolari e sostenendo a loro volta le conseguenze deleterie di un eventuale processo. Addirittura, stando a quanto si legge su AppleInsider, la società californiana sostiene che la tesi di DoJ è viziata per quanto riguarda i fatti e finirebbe per favorire il monopolio.
Tutto ha avuto inizio nei mesi scorsi, quando sono stati rinvenuti documenti dai quali è emerso un accordo tra la mela morsicata e alcuni editori (Simon & Schuster, Hachette, Penguin, Macmillan e HarperCollins), finalizzato a stabilire un prezzo minimo per la vendita dei libri in formato digitale tramite iBookstore. Tra questi ci sarebbe anche un’email inviata da Steve Jobs, contenente prove inconfutabili della condotta scorretta.
L’innocenza o la colpevolezza di Apple e dei suoi partner è ancora tutta da verificare. La disputa richiederà comunque tempo e il coinvolgimento di tutte le parti in causa per far luce sulle reali dinamiche che a partire dal 2010 hanno regolato i rapporti tra l’azienda di Cupertino e chi ha pubblicato i proprio eBook per i dispositivi iOS. Nel frattempo Amazon, l’altro grande protagonista del settore, sta a guardare.