Una risoluzione del Parlamento Europeo vuole che entro il 2015 tutte le automobili siano equipaggiate dall’eCall, un sistema di chiamata automatica di emergenza in caso di grave incidente stradale. Per alzata di mano e all’unanimità, i deputati hanno invitato la Commissione ad elaborare un piano per obbligare gli stati, dato che soltanto lo 0,4% dei veicoli circolanti dispone di questo strumento su base volontaria (e trattasi spesso auto di lusso).
Il sistema si basa su una tecnologia affidabile, dai costi ormai affrontabili: il dispositivo è una sorta di GPS che raccoglie i dati degli strumenti di sicurezza dell’auto (airbag, centralina) e le coordinate del luogo dell’incidente, le spedisce al numero di emergenza 112 che elabora i dati e manda un’ambulanza con paramedici già attrezzati per affrontare le conseguenze ipotizzabili dell’incidente.
Grazie allo scenario formulato in base ai dati e l’automatismo dell’eCall – che chiama il 112 al posto del conducente o dei passeggeri, oppure può essere attivato da un bottone sul cruscotto sia da chi ha subito l’incidente sia da chi vi ha assistito e vuole mandare le coordinate esatte dell’incidente – si potrebbero salvare fino a 2.500 vite all’anno e ridurre la gravità delle lesioni dal 10 al 15%.
La ragione di questo miglioramento è che si interverrebbe nella cosiddetta golden hour, il lasso di tempo più prezioso dal momento dell’incidente nella quale si hanno le maggiori probabilità di salvare una vita. Secondo alcune stime, l’eCall potrebbe accelerare i tempi di risposta di emergenza del 40% nelle aree urbane e del 50% nelle zone rurali.
Il punto di vista europeo è che il dispositivo dovrebbe essere installato gratuitamente su tutte le automobili entro il 2015, a prescindere dal modello del veicolo. Sarebbe insomma come la marmitta catalitica negli anni ’90: standard nelle nuove immatricolazioni e con obbligo di adeguamento per tutti gli altri. La sicurezza con la quale i deputati hanno espresso questa risoluzione dipende dalle norme comunitarie, che al riguardo sono già state concordate su tutti gli aspetti compresa la privacy: l’eCall non potrà ovviamente essere utilizzato per monitorare i movimenti di una persona o determinare la sua posizione, con l’eccezione che tale persona sia stata, appunto, coinvolta in un incidente.
C’è ancora del lavoro da fare: operatori telefonici, strutture di emergenza dovranno prepararsi, e i produttori trovare un accordo con gli stati e le fabbriche di auto. Ma poter salvare tante vite umane facendo leva sulle virtù della tecnologia e dell’innovazione è un’ottima ragione per non perdere altro tempo.