La data del 31 marzo 2018 segnerà un importante passo avanti per la sicurezza delle persone che si mettono in viaggio sulle strade. Sarà infatti questa la data dalla quale tutte le auto avranno il dovere di essere dotate di un sistema automatico di chiamata di emergenza, denominato eCall, con il quale segnalare un sinistro in modo automatico senza attendere che debba essere l’utente ad occuparsene. La logica è molto semplice: se una persona ha un incidente lontano dagli occhi di altri, o se tutti i presenti subiscono un danno o un impedimento tale da non poter chiamare i soccorsi, le probabilità che la situazione degeneri è altissima.
Intervenire nel giro di pochi minuti può fare la differenza sia per le persone coinvolte dall’incidente, sia per quanti stiano per sopraggiungere sul luogo del sinistro con l’eventuale possibilità (non certo remota) di aggravare ulteriormente la situazione. E secondo le stime eCall può ridurre i tempi di intervento fino al 50%.
eCall, la chiamata è automatica
La Commissione Europea ha lavorato a lungo sullo studio e l’implementazione dell’idea. Il sogno di arrivare a eCall è iniziato nel 1999 con la proposta di Luc Tytgat, ma nel 2007 erano ancora molti i dubbi in proposito e le carte hanno continuato per lungo tempo ad essere rimbalzate tra gli uffici della Commissione. Una nuova sensibilità sulla questione ha preso corpo a partire dal 2011. Nello stesso anno il monitoraggio della situazione ha stimato come 28 mila persone fossero state uccise e 1,5 milioni ferite sulle strade europee nei giro di un solo anno. La maturata consapevolezza sul fatto che la tecnologia avrebbe potuto fornire una risposta importante al problema ha fatto il resto.
Il numero dei decessi sulle strade nel 2014 è stato pari a 25.700. In ognuno di questi casi ha fatto la differenza la tempestività dell’intervento: tardare i soccorsi anche solo pochi minuti fa la differenza tra la vita e la morte, ma la gestione di questi minuti è spesso lasciata in balia del caos, della disorganizzazione e del panico.
eCall è una risposta di sistema a quel che gli individui non possono, o non sono in grado di fare, in certe situazioni: una immediata chiamata al 112, fornendo tutti i dati utili per consentire una rapidissima comprensione di gravità e posizione dell’incidente, nonché l’ora dell’impatto e il tipo di carburante utilizzato (informazione fondamentale per comprendere anche le possibilità di incendio). Il veicolo, semplicemente, deve essere in grado di effettuare una chiamata automatica di soccorso nel caso in cui alcuni parametri dell’auto siano tali da delineare l’avvenuto incidente. La chiamata parte in modo indipendente, inviando il posizionamento del veicolo e l’analisi della gravità dell’urto. La chiamata è l’inizio di una procedura protocollare che nel giro di pochi secondi può far partire un’ambulanza attrezzata nella direzione del luogo del sinistro; l’assenza di un dialogo diretto tra incidentati e soccorritori elimina inoltre la barriera linguistica, garantendo pertanto piena efficacia del sistema anche oltre i confini nazionali.
I lavori della Commissione Europea sul progetto sono stati lunghi ed estremamente particolareggiati: molti gli scogli tecnici da superare (soprattutto in virtù di una normativa che deve comprendere tanto i veicoli nuovi quanto quelli più datati, offrendo a tutti medesima copertura) e molte le considerazioni da pesare per evitare un eccesso di falsi positivi che possa rendere inefficace la macchina dei soccorsi. L’obbligo scatterà nel mese di marzo del 2018 per auto e furgoni leggeri, ma c’è da ipotizzare una adozione sui veicoli coinvolti già ben prima della scadenza, così che ci si possa avvalere fin da subito del fondamentale servizio (gratuito) messo a disposizione a livello comunitario. Dal Parlamento europeo è giunta inoltre raccomandazione alla Commissione di valutare fin da ora la successiva estensione dello strumento ad altre categorie di veicoli quali autobus, pullman o autoarticolati.
eCall è un perfetto esempio di soluzione tecnologica europea per il salvataggio di vite umane. La legislazione ora consente di elargire reali benefici della tecnologia digitale.
Günther H. Oettinger, commissario europeo per la società e l’economia digitali
100 euro per salvare una vita
«L’utilizzo in tutta l’UE del sistema di emergenza e-Call basato sul 112 a bordo dei veicoli contribuirà a migliorare la sicurezza stradale in tutti i 28 Stati membri. Il Parlamento europeo ha più volte evidenziato che la riduzione di morti e della gravità delle lesioni sulle strade rappresenta la sua priorità. L’eCall come servizio pubblico – gratuito per tutti i cittadini, a prescindere dal tipo di veicolo o il suo prezzo di acquisto – contribuirà a questo obiettivo comune»: così Olga Sehnalová, relatrice del provvedimento presso il Parlamento Europeo, ha spiegato l’importanza di eCall per la mobilità sulle strade comunitarie.
L’obiettivo è quello di arrivare nel giro di poco tempo alla riduzione del 10% dei decessi su strada dovuti al semplice ritardo dei soccorsi. Il bilancio è presto fatto: a fronte di appena 100 euro di investimento (tanto potrebbe costare il dispositivo in grado di avviare la chiamata automatica), eCall è in grado di salvare la vita di una persona. Per arrivare fino a 2500 vite salvate nel giro di un solo anno.
Le informazioni trasmesse permettono di conoscere immediatamente il tipo e le dimensioni dell’operazione di salvataggio necessaria, l’esatta localizzazione dell’incidente, permettendo, quindi, ai soccorsi di raggiungere il luogo più velocemente e salvare vite, ridurre la gravità delle lesioni e il costo degli ingorghi.
Il pieno supporto al progetto da parte dell’ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association, sponsor dell’iniziativa fin dal lontano 2004) è il certificato di garanzia alla buona riuscita di eCall, per il cui inizio delle attività è a questo punto soltanto questione di tempo. In progetto vi sono anche device in grado di portare eCall su auto antecedenti alla data del 31 marzo 2018, abbracciando così nell’assistenza chiunque intenda avvalersi del servizio.
eCall: come funziona
Il dispositivo eCall implementato a bordo delle vetture a partire dal 2018 sarà un prodotto standard che consente tramite economie di scala di abbassare il costo di sviluppo ed arrivare con comunanza di specifiche su ogni veicolo. Il modem di bordo che attiverà la connettività per le chiamate è sviluppato da Qualcomm: le chiamate vengono inviate al Public-Safety Answering Point (PSAP) deputato alla risposta. La chiamata viene veicolata tramite la rete mobile disponibile: fin dal 2009 la GSM Association ha firmato un Memorandum of Understanding con il quale garantisce pieno supporto al progetto al pari di quanto già avviene con le tradizionali chiamate di emergenza.
In mera linea teorica si sarebbe potuto mettere in piedi il servizio in modo molto più semplice sfruttando la connettività mobile degli smartphone che possiede ormai chiunque. Tuttavia si è scelto di ovviare a questa strada per garantire piena ed effettiva efficacia al sistema. Uno smartphone, infatti, potrebbe danneggiarsi con l’urto; potrebbe non essere stato collegato al sistema di bordo per motivi vari; potrebbe essere prestato o smarrito, senza poter dunque garantire la perenne presenza a bordo del veicolo.
Scartare lo smartphone e optare per un dispositivo ad hoc è stata dunque una scelta mirata e focalizzata sull’obiettivo: garantire soccorso nel minor tempo possibile a chiunque abbia un incidente
Privacy garantita
La Commissione Europea, da sempre molto attenta a tutto quel che concerne il mondo della privacy, non poteva certo venir meno alla propria missione nel contesto di un progetto come eCall, che vive sul sottile confine tra la segretezza dei dati e la necessità di renderli pubblici in un dato momento indipendentemente dalla volontà espressa della persona.
Nessuno potrà accedere ai dati salvati dal dispositivo eCall, se non i servizi di assistenza e soccorso dopo un eventuale impatto. Soltanto quando la chiamata parte in automatico, infatti, viene abilitato l’invio delle informazioni, mentre nessun altro dato, in nessun altro momento, può essere estrapolato. I movimenti dell’auto sul territorio non sono dunque tracciati, né gli operatori mobile hanno la possibilità di carpire informazioni nonostante il servizio di chiamata offerto.
eCall è dunque una sorta di realtà silente che si attiva soltanto in caso di bisogno: in assenza di incidenti il dispositivo non comunica informazione alcuna e la piena segretezza delle attività dell’utente è garantita dalla Commissione Europea.