Anche BusinessWeek fornisce il proprio contributo alla slavina di indiscrezioni che stanno accalcandosi in queste poche settimane che ci separano dal WWDC 2011. Ecco come, secondo la nota testata, il servizio di streaming cloud con la mela rivoluzionerà il mercato della musica digitale. Di nuovo.
Gli accordi con le Major stanno evidentemente dando i loro frutti e infatti l’iCloud di Apple sarà parecchio diverso dagli omologhi Amazon Cloud Player e Google Music Beta. A differenza di quest’ultimi, il servizio creato da Cupertino effettuerà una scansione della libreria dell’utente e ne produrrà una copia sui suoi server; è addirittura prevista la sostituzione del brano, nel caso in cui su iTunes ne fosse presente una versione di qualità superiore rispetto a quella trovata sull’hard disk dell’utente. Una bella notizia per quanti sono rimasti con vecchie tracce a 128Kbps.
Una volta replicata la libreria utente sui server Apple, lo streaming sarà possibile verso iPad, iPhone, Apple TV, computer Mac e PC e perfino automobili, non appena tecnologia lo permetterà. Si tratta di una nuova rivoluzione, la seconda che iTunes Store tenta di portare a casa dopo quella del digital music download:
“E l’industria della musica guadagna la sua più grossa possibilità di riscatto dopo l’invenzione dei CD, e cioè un abbonamento mensile simile a come operano Netflix e le compagnie via cavo. “Arriveremo al punto che, in un futuro non troppo lontano, ripenseremo ai download a 99 centesimi come a un’esperienza anacronistica, qualcosa di simile alle cassette audio oppure allo stereo8”, ha affermato Ross Crupnick, analista musicale presso l’NPD Group.”
Certo è che, se ad Apple riuscisse anche questo colpaccio (non è affatto scontato, perché occorrerà valutarne l’impatto sulle abitudini delle gente – abituata a possedere i brani che ascolta – e sulle infrastrutture tecnologiche), le Major si ritroverebbero ad aver consegnato alla mela un altro pezzetto della propria indipendenza. L’ipotesi degli addetti ai lavoro, comunque, è che Apple dia il “la” su questa tipologia di servizi e che poi gli altri competitor seguano a ruota; anche perché è praticamente impossibile che iCloud esca fuori dai confini del Mac, di iTunes e di iOS.