Ecco come la polizia ottiene i nostri dati da Facebook, Microsoft e affini

Ecco come la polizia ottiene i nostri dati da Facebook, Microsoft e affini

Vi siste mai chiesti come fanno le forze dell’ordine a ottenere i vostri dati su Facebook, qualora ovviamente ce ne sia bisogno e sempre dietro mandato di un tribunale? La procedura è assolutamente banale. A spiegarci come si fa e a rivelarci cosa il social network fornisce alle autorità è Cryptome, un sito dalle azioni analoghe a quelle di Wikileaks. Se la polizia, ribadiamo solo dietro autorizzazione del tribunale, intende richiedere le informazioni sulle nostre attività su Facebook è sufficiente che invii una normalissima richiesta al social network via email o via fax indicando l’id numerico dell’utente sotto inchiesta.

Facebook poi in un lasso di tempo tra le 2 e le 6 settimane invierà o un’e-mail o un DVD in cui le autorità troveranno la nostra vita sul social network.

Tra i tanti dati, le autorità troveranno per esempio i nostri IP con cui ci siamo collegati al social network negli ultimi 90 giorni. Verranno consegnati poi i nostri indirizzi e-Mail, il giorno in cui è stato creato l’account, gli ultimi accessi e molto altro, insomma tutta la nostra vita sul social network.

Ma Cryptome non si ferma certamente qui, e in una particolare guida spiega come le forze dell’ordine riescano a estrarre dati presenti in un iPhone anche se tali dati sono stati cancellati o se il telefono è protetto da password.

Ma questo portale di rivelazioni scottanti ne ha anche per il gigante Microsoft e rivela che in caso di richiesta, vengano consegnati gli IP di connessione degli account di posta Hotmail degli ultimi 60 giorni ma nulla riguardante le chat perché fortunatamente nessun log viene registrato su programmi come Messenger.

Gli esempi e le rivelazioni potrebbero anche continuare, ma dovrebbe bastare per farci capire che la nostra vita nel web è tutta sotto controllo e nulla sfugge.

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