Come promesso, dopo avervi anticipato l’approvazione del tanto discusso decreto Romani, grazie a Repubblica siamo in grado di fornirvi il testo integrale del decreto che sul sito della Camera dei Deputati è difficile da trovare.
Possiamo dunque confermare ad una prima lettura quanto detto prima, e cioè che blog, siti di news, motori di ricerca sono stati esclusi dal decreto. Ma cosa succede per i portali come YouTube? Qui la questione è ancora aperta.
Nel decreto Romani infatti si definisce come “servizio di media audiovisivo non lineare, un servizio di media audiovisivo fornito da un fornitore di servizi di media per la visione di programmi al momento scelto dall’utente e su sua richiesta sulla base di un catalogo di programmi selezionati dal fornitore di servizi di media”.
È davvero difficile interpretare quanto riportato, ma quanto scritto non sembra far uscire completamente YouTube dalla categoria “Media Televisivi” e dunque da chi potrebbe sottostare alle nuove norme. Aspettiamo dunque di conoscere i pareri di chi può comprendere questi “lunguaggi”, ma è possibile che per Google e YouTube i problemi non siano ancora finiti.