Altro che banda larga! L’esclamazione viene spontanea dando uno sguardo alle 110 mila misurazioni effettuate da Between (azienda di consulenza sull’ICT dell’Osservatorio sulla banda larga) nei mesi scorsi. Dai test effettuati adottando il software Isposure emerge che le velocità effettive dell’ADSL italiano sono in media sui 4,1 Mbps in download e 380 Kbps in upload, velocità ben al di sotto di quelle promesse dalle pubblicità degli operatori. E per l’Internet in mobilità la situazione sembra ancora peggiore con medie che si attestano sui 1,4 Mbps e 360 Kbps rispettivamente per download e upload.
Circa il 50 per cento della popolazione italiana non è ancora coperto da unbundling e ciò significa non essere raggiunti direttamente da una rete alternativa a quella di Telecom Italia, che permetterebbe un servizio efficiente a fronte di minori costi. Così tra prestazioni dichiarate e misurate il divario continua a rimanere troppo elevato, così come elevati sono i prezzi rispetto agli altri paesi europei.
Gli scarsi investimenti per lo sviluppo di reti di proprietà minano la reale concorrenza e i conseguenti oneri per gli operatori alternativi (che devono comunque corrispondere una fetta dei loro guadagni a Telecom Italia) non permette una sana competizione. Un circolo vizioso che blocca lo sviluppo delle infrastrutture necessarie e che pone i bastoni fra le ruote al tanto atteso superamento del digital divide.
Per aiutare gli utenti a destreggiarsi tra promesse non mantenute e servizi osannati sulla carta ma che poi si rivelano scadenti è stata elaborata una guida ai naviganti. In particolare si invitano gli utenti a testare la velocità della propria ADSL con un software certificato come Isposure e prestare attenzione alle diciture nei contratti sottoscritti in merito a velocità minime garantite ed eventuali limitazioni (fair usage policies).