È la nuova scommessa della Silicon Valley, e tutti ormai ne parlano: Path è una suite di applicazioni per smartphone che ribalta il concetto dei social network. In questo ambiente sociale gli utenti pensano, parafrasando Renzo Arbore, che “meno siamo, meglio stiamo”.
L’idea di quello che definiscono un “personal network” è venuta a Dave Morin, ex di Facebook, e Shawn Fanning, co-fondatore di Napster. Tra i finanziatori, c’è pure l’attore Ashton Kutcher, re di Twitter. Alla base della start up c’è un principio antropologico:
Abbiamo scelto il numero massimo di 50 amici basandoci sulla ricerca del professore di Psicologia evolutiva Robin Dunbar, che da tempo sostiene come 150 è il numero massimo di relazioni sociali che il cervello umano può sostenere. La sua ricerca mostra come i rapporti personali tendono a espandersi secondo tre fattori. Si possono avere 5 persone considerabili come i nostri amici più cari e 20 persone con le quali manteniamo regolari contatti. Cinquanta amici è grosso modo il confine esterno delle nostre reti personali. Queste sono le persone di cui abbiamo fiducia, che generalmente riteniamo essere le persone più importanti nelle nostre vite.
Come si spiega nel blog, Path è fondamentalmente un’applicazione per postare e condividere immagini, in un luogo che deve essere percepito come protetto, nostro complice. Non ci sono bottoni “like it”, né altre funzioni.
Da oggi è distribuita l’app iPhone, presto si aggiungeranno Android e Blackberry, ma se non li avete potete iscrivervi e seguirlo da browser. Secondo voi piacerà?