Prima venne La Russa.
Poi Silvio Berlusconi.
La pulsione istintiva è quella di sdrammatizzare. È stato un errore, che sarà mai.
Però no, non è così. Non è un errore qualunque. È un errore grave. Lo è perchè significa non aver la minima idea di ciò di cui si sta parlando. Così come ai tempi Prodi annunciò il suo blog chiamandolo “blob” e senza averne la minima cognizione di causa, così ora chi parla di Google chiamandolo “Gogol” significa che:
- non l’ha mai usato
- non ha mai parlato di Google con qualcuno che ne conosca la pronuncia: lo avrebbe sentito nominare, almeno
- non nutre nemmeno curiosità umana nei confronti di un fenomeno schiacciante… e peraltro chiamato in tribunale da Mediaset: cioè un affare di famiglia
È grave non perchè si è sbagliata una pronuncia, ma perchè non si conosce il nome. Non si conosce il suono. Non si conosce il simbolo. E tutto ciò non solo da parte del Presidente del Consiglio, ma da parte di colui il quale oggi è Ministro ad interim per lo Sviluppo Economico (cioè il ministero dal quale dovrebbero passare le decisioni per sbloccare la situazione della Banda Larga in Italia).
È grave perchè Gaddel, Guggel e Gogol sono la storpiatura dettata da chi ignora il pane quotidiano delle generazioni che stanno arrivando. È grave perchè nemmeno volendo si può soprassedere su una questione del genere. E non è questione di fazioni politiche, perchè trattasi di un errore bipartisan ripetutosi nel tempo. E proprio per questo è grave perchè è grave, punto.