In tutto il mondo ci sono migliaia di robot che eseguono ogni tipo di compito, ma hanno una caratteristica in comune: devo essere alimentati da una batteria. EcoBot invece è il nome di una nuova famiglia di automi che ricava energia da qualsiasi rifiuto organico, inclusa la spazzatura presente nelle nostre case.
La prima serie di robot ecologico (EcoBot I), creata nel 2003, doveva essere alimentato con lo zucchero trasformato in energia dai batteri Escherichia coli. EcoBot II, due anni dopo, utilizzava i microbi del fango per “digerire” mosche morte, gusci di crostacei e mele marce. EcoBot III, realizzato sempre dal Bristol Robotics Laboratory dell’Università di Bristol, invece, è alimentato da celle a combustibile microbico (MFC) che producono elettricità da ogni tipo di rifiuto organico, dalla spazzatura agli “scarti” umani, come urina e feci.
Dal punto di vista estetico, l’ecobot non somiglia molto ad un normale robot con braccia e gambe, ma piuttosto ad un tritarifiuti o digestore di rifiuti. Potrebbe quindi trovare posto nelle nostre abitazioni e sostituire il bidone della spazzatura. EcoBot III si autoalimenta con gli scarti biologici, svolge i compiti assegnati e, a fine giornata, si libera dei propri rifiuti in una cassetta.
Lo scorso anno, i ricercatori del Bristol Robotics Laboratory hanno ricevuto finanziamenti dalla Bill & Melinda Gates Foundation per migliorare la tecnologia MFC, in modo da utilizzare gli ecobot per produrre energia elettrica dai rifiuti umani. EcoBot IV avrà una dimensione inferiore e, probabilmente, troverà posto sulle navicelle spaziali che porteranno gli astronauti su Marte.