Eddy Cue parla di News, l’aggregatore di notizie inserito in iOS 9 e, al momento, disponibile soltanto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia. L’occasione deriva da alcuni stralci di un’intervista rilasciata lo scorso ottobre, resi noti in questi giorni da CNNMoney. Il dirigente Apple spiega come l’app aiuti il giornalismo e, inoltre, ha smentito le voci circolate sulla censura in Cina.
L’applicazione News, un prodotto che gli utenti italiani non hanno ancora avuto modo di conoscere, si propone come un potente ed elegante aggregatore di notizie, affinché l’utente possa costruire un magazine personalizzato e rimanere sempre informato sulle vicende di suo interesse. Un progetto che ha già visto altre simili piattaforme, alcune delle quali stanno coinvolgendo colossi come Facebook e Google, da cui Apple vuole però differenziarsi. La società di Cupertino, a detta del dirigente, ha come unico obiettivo quello di aiutare l’utente a trovare contenuti di qualità, senza intervenire però a livello editoriale.
Non è però tutto, poiché Apple non sembrerebbe essere interessata al guadagno, bensì alla soddisfazione del lettore CNNMoney, infatti, riverisce come gli editori possano trattenere il 100% degli introiti derivanti dalla pubblicità o, in alternativa, optare per gli ads forniti dalla stessa Apple, questa volta con un revenue sharing del 70%.
Non stiamo cercando di entrare nell’economia del modello. Come ho detto, si può trattenere il 100% dei guadagni. Quello che stiamo cercando di fare è costruire una piattaforma per aiutare le organizzazioni editoriali.
Secondo Cue, News rappresenterebbe un’occasione unica per gli editori, in particolare per quelli locali, poiché spesso queste realtà non dispongono di sufficienti risorse per sviluppare le loro app proprietarie di distribuzione. Con News, invece, chiunque può ottenere una diffusione massiccia e capillare, grazie anche all’elevatissimo numero di dispositivi iOS in circolazione.
In merito alle polemiche di qualche settimana fa, quando è emerso come News potesse essere bloccato all’interno del territorio cinese, Cue smentisce di aver subito pressioni dal governo locale, così come un coinvolgimento attivo di Apple in eventuali blocchi.
Sappiamo come lavorare in Cina. Abbiamo App Store. Abbiamo i nostri negozi retail. Abbiamo lanciato Apple Music in Cina. Abbiamo stretto una grande relazione lavorativa con la Cina. Seguiamo le leggi delle nazioni in cui operiamo e lavoriamo con le organizzazioni editoriali locali, nonché con le organizzazioni editoriali internazionali che non sono disponibili in Cina.
Infine, una riflessione sul rapporto tra Apple e giornalismo, soprattutto in merito alla tradizionale riservatezza del gruppo californiano. Un’apertura sorprendente, almeno secondo CNNMoney.
Apprezziamo il grande giornalismo più dei rumor, certamente. Ma, ancora, il giornalismo è molto, molto importante e non lo sostituiremmo con niente al mondo.