La Electronic Frontier Foundation (EFF), nel tentativo continuo di combattere contro le ingiustizie legate alle tecnologie emergenti, è riuscita a infrangere e decodificare il software Carrier IQ. Per chi non fosse al corrente della situazione, Carrier IQ è un rootkit “spione” installato su 150 milioni di smartphone e tablet che, a detta della società produttrice, non archivia o trasmettere il contenuto di conversazioni, messaggi SMS, email, fotografie, audio e video dell’utente, ma si limiterebbe a testare le prestazioni, come il consumo energetico di un’applicazione. Ma i dubbi in tal senso sono ancora molti.
Grazie al reverse engineering del software, EFF ha scoperto che Carrier IQ è presente sugli smartphone i in tre parti: l’applicazione stessa, una file di configurazione e un database, nel quale i tasti premuti e i codici vengono registrati prima di essere inviati alla società. Alcuni volontari, tra cui Jaerd Wierzbicki, sono riuscito ad incrinare il profilo di configurazione e produrre un’applicazione Android, denominata IQIQ, che “spia chi spia” per scoprire cosa esattamente stia raccogliendo questo ambiguo software.
La Electronic Frontier Foundation ha anche pubblicato un invito aperto alle persone per condividere le proprie rilevazioni utilizzando l’applicazione IQIQ, al fine di capire quali dati personali siano stati raccolti e, auspicabilmente, decifrare anche il resto del programma. Altro obiettivo della EFF è quello di raccogliere più informazioni possibile in modo da rendere più visibile l’infrazione nei confronti della libertà dell’utenza.