La chiusura di Megaupload e Megavideo da parte delle autorità statunitensi ha avuto una sorta di effetto domino sull’intero mondo della condivisione di file in Rete. Il timore di nuove denunce da parte dell’FBI ha infatti spinto numerosi portali a chiudere i battenti oppure a rimuovere gli strumenti per la distribuzione di contenuti online. Maggiore è inoltre l’attenzione concessa dagli addetti ai lavori agli upload degli utenti, monitorati con maggiore cautela per evitare violazioni: la conseguenza è un drastico rallentamento nella distribuzione di contenuti multimediali nel Web.
Perso Megavideo, gli utenti hanno infatti riposto la propria fiducia in nomi quali VideoWeed, NovaMov e VideoZer, i quali consentono di riprodurre in streaming filmati caricati da altri utenti e rappresentano di fatto alcuni dei principali veicoli per la diffusione di film e serie TV a breve distanza dall’uscita nelle sale cinematografiche oppure in televisione. Nel corso degli ultimi giorni, però, sembrerebbe essere sempre più difficile scovare le ultime puntate delle principali serie oppure le ultime pellicole cinematografiche. Su VideoWeed, ad esempio, si nota tale scritta su vari contenuti: “Il file non esiste più sul nostro server. Possibile ragione: il video è stato rimosso perché non rispettava i nostri termini di servizio”, così come su VideoZer “Il video non è disponibile – è stato cancellato dall’utente che lo ha caricato o ha violato le norme di copyright”.
Il tutto non sarebbe riconducibile a una minore attività da parte degli utenti, sempre presenti quando si tratta di caricare materiale di questo tipo online. A essere cambiato è infatti l’approccio da parte dei gestori di tali servizi, i quali ritenuto opportuno iniziare a mettere in atto una politica volta a diminuire le violazioni commesse mediante le proprie pagine Web. Ecco dunque spiegato il proliferare di messaggi di notifica nei quali viene riportata la rimozione del video desiderato a causa di possibili abusi in termini di copyright.
Oltre ad aver abbattuto una delle colonne portanti della pirateria digitale online, insomma, l’azione dell’FBI rappresenta indirettamente un forte messaggio a tutte le aziende attive nel settore della condivisione via web: la morsa delle major ha iniziato lentamente a stringersi, chiedendo maggiore tutela alle autorità, come dimostrato anche dalla proposta di legge SOPA negli Stati uniti e ACTA in Europa.