Ancora un esempio di come il Web sta cambiando le strategie di sollevazione e partecipazione popolare. In Iran, come riporta Webnews, il governo è intervenuto pesantemente sui mezzi di comunicazione durante e dopo le elezioni, per evitare il diffondersi a macchia d’olio delle proteste.
C’è stato un “bizzarro” blackout della rete GSM, Facebook non era accessibile; molte stazioni televisive, come la BBC, ZDF, Al Arabya hanno avuto dei problemi.
Le autorità hanno cercato di strangolare il dissenso, ma non sono riusciti a chiudere tutte le “voci” della Rete e Twitter ha registrato puntualmente le lamentele.
Proprio grazie al “cinguettio” dell’applicazione, si è appreso che Hossein Mousavi, lo sfidante sconfitto, si trovava agli arresti domiciliari ed egli stesso ha aggiornato i propri supporter sulle proprie condizioni con questo strumento.