Le elezioni sono in archivio. I risultati sono accertati, le valutazioni politiche stanno prendendo piede, i candidati stanno manifestando la propria delusione o la propria soddisfazione sulla base dell’esito delle urne. Ma è oggi un giorno importante soprattutto perché i programmi elettorali sono ancora online, con il loro linguaggio promozionale e con il bailamme delle loro promesse. Per questo è necessario, oggi, appuntare le promesse dei candidati per una verifica che andrà effettuata nel tempo: per capire chi avrà meritato il voto e chi no, per capire chi dovrà in futuro meritarlo ancora e chi no.
Il partito non conta: di fronte alla banda larga l’impegno deve essere trasversale ed incisivo per tutto quel che concerne il bene comune. Senza banda larga non c’è sviluppo, non c’è rilancio dell’occupazione, non c’è e-gov, non c’è un moderno sistema comunicativo. Senza banda larga il destino del paese è segnato ed oggi l’Italia è già in forte ritardo su questo fronte. Per questo, oggi, occorre segnarsi le promesse. Perchè nel momento in cui tutti promettono la banda larga, pochi invece affermeranno realmente il loro credo con investimenti seri ed iniziative sostanziali. Ma a quel punto il giudizio graverà sui loro nomi alla prossima tornata, quando l’aver mantenuto le promesse o meno sarà la scure tra il rinnovo della candidatura ed una bocciatura senza appello.
Questi i vincitori, regione per regione. Queste le promesse, candidato per candidato:
Promesse di banda larga
Renata Polverini (Lazio)
«”Una Regione a banda larga”. Così la sogna Renata Polverini che tramite il suo blog fa sapere di avere incontrato oggi “i rappresentanti delle principali imprese che operano nel settore della telefonia e delle telecomunicazioni” e di aver fatto con loro “il punto sulla situazione della banda larga nella nostra Regione e sui piani industriali delle aziende che operano nel Lazio. A queste abbiamo manifestato tutto il nostro interesse per lo sviluppo della banda larga, come supporto alle attività della regione con particolare riferimento ai settori della sanità, del turismo e più in generale della pubblica amministrazione”. Si tratta, per Polverini, “di mettere in rete una regione per rispondere alle sfide della competitività, sostenendo le nostre imprese e i cittadini, a iniziare da tutti coloro che lavorano e risiedono in quelle aree ancora scoperte; si pensi alle periferie, alle zone rurali, ed alle comunità montane”».
Roberto Cota (Piemonte)
«Entro a 100 giorni saranno messi a punto e varati i seguenti provvedimenti: […] Piano per la diffusione della banda larga. […] È inoltre fondamentale continuare a sostenere lo sviluppo dei sistemi informatici innovativi all’interno delle imprese, sviluppando progetti che utilizzino la banda larga».
Roberto Formigoni (Lombardia)
«[…] anche l’accesso a Internet costituisce una condizione di base per la competitività e ancor più in una regione come la nostra che è la prima in Italia per utilizzo del personal computer.
Con i 63 milioni di euro stanziati dalla Regione entro il 2011 quasi il 100% della popolazione sarà connesso alla banda larga (2 Mb/secondo); e a fine della legislatura il 50% del territorio lombardo potrà contare sulla banda larga ultra veloce. […] Diffusione di internet: connessione alla banda larga per la quasi totalità della popolazione e accordi con gli operatori per realizzare aree a completa copertura wireless».
Vasco Errani(Emilia Romagna)
«Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha aderito e condivide l’appello lanciato da Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, affinché lo Stato riconosca l’accesso a Internet, in banda larga, come servizio universale. Nell’appello, riportato sul sito della Provincia di Roma si sottolinea, tra l’altro, che “essere esclusi dall’accesso alla Rete significa vivere una nuova forma di disuguaglianza nella fruizione delle opportunità offerte dalla società globale. Non intervenire per ridurre questa disuguaglianza penalizza le nostre imprese e rende l’Italia meno competitiva nel mondo”».
E l’analisi continua con i programmi di Luca Zaia (Veneto), Catiuscia Marini (Umbria), Gian Mario Spacca (Marche), Enrico Rossi (Toscana), Nichi Vendola (Puglia), Giuseppe Scopelliti (Calabria), Vito De Filippo (Basilicata), Claudio Burlando (Liguria) e Stefano Caldoro (Campania).
Luca Zaia (Veneto)
Nessuna indicazione riscontrata nel programma, se non un accenno alla necessità di sviluppo generale delle “reti”. A suo credito, però, 154 milioni di investimento per la banda larga in area rurale già conseguiti.
Catiuscia Marini (Umbria)
«Catiuscia Marini ha anche affrontato la questione dello sviluppo del servizio internet a banda larga “che può collegare velocemente le comunità più piccole al resto del mondo, abbattendo distanze, offrendo servizi ed informazioni utili anche a chi fa impresa. La copertura integrale del territorio regionale con un servizio efficiente di connessione alla rete – ha aggiunto – è in fase di realizzazione: sarà nostro impegno dargli seguito con un modello di amministrazione pubblica in grado di interfacciarsi a pieno con le nuove tecnologie, rendendosi più vicina alle necessità delle persone e delle aziende”».
Gian Mario Spacca (Marche)
Nessun cenno alla banda larga nel programma elettorale, ma una promessa molto precisa affidata ai microfoni Primaonline nelle settimane precedenti il voto: «Il primo traguardo dell’eliminazione del divario digitale è di fornire al 100 per cento dei cittadini, entro il 2010, l’accesso a banda larga con un livello di servizio base fino a 4Mbps; secondo obiettivo è di garantire a tutti cittadini e aziende, entro il 2012, una disponibilità di accesso fino a 20Mbps. Poichè circa il 9 per cento della popolazione italiana non ha una connessione veloce a internet e il nostro Paese è quattordicesimo nella classifica sull’accesso al web tra i 19 paesi OCSE e ha appena 147 utenti di banda larga ogni mille abitanti, l’operazione lanciata dalla Regione Marche “è un modello da copiare da altre Regioni”, ha detto Carlo Mannone, responsabile affari pubblici di Tiscali». Inoltre, dal sito del Garr, altre recenti dichiarazioni: «”Avere una fibra ottica nostra in comproprietà fra enti locali e Università, a disposizione dei cittadini, è
un vantaggio importante per la semplificazione e la trasparenza ai pubblici uffici e per la veicolazione di ogni genere di informazione e servizi. Questo dell’area metropolitana di Ancona è un progetto complementare che rafforza e integra il progetto regionale di Banda Larga per tutte le Marche».
Enrico Rossi (Toscana)
«Occorre una forte accelerata sulla diffusione di internet a banda larga, privilegiando le aree rurali e con minor copertura tradizionale, innescando un’offerta di servizi e nuove opportunità occupazionali (tenendo conto che solo il 55% delle imprese toscane dispone di un sito web, contro il 63% del nord Italia)».
Nichi Vendola (Puglia)
«Sapevate che oggi il 97% della popolazione pugliese è raggiunto dalla banda larga? La banda larga consente di trasportare molti più dati e di non essere più solo periferia dorata, ma centro del mondo. Su queste reti oggi cammina solo il prodotto commerciale. Nella Regione di Vendola camminerà anche la Pubblica amministrazione, modernizzandola, integrando tutti i servizi di una PA (sportelli unici per le imprese, per la edilizia, la sanità, l’anagrafe, i tributi). Il tutto avverrà con tecnologie open source in 258 comuni. Si creeranno migliaia di posti di lavoro per tecnologi, fornitori, manutentori. E i cittadini avranno un accesso più democratico alle informazioni e le fonti della PA. Nel 2011 arriva il digitale terrestre in Puglia: nuovi contenuti e servizi innovativi via cellulare che grazie al Wi-Max significa più democrazia nell’accesso alle informazioni e ricchezza economica da ridistribuire».
Giuseppe Scopelliti (Calabria)
«L’innovazione tecnologica può davvero rappresentare un fattore decisivo dello sviluppo, se progettata in modo mirato e intelligente. Occorre coprire tutta la regione con il wifi e la larga banda, per consentire l’accesso gratuito a internet a tutti, con computer in tutte le scuole, le istituzioni pubbliche, le aziende, le associazioni di volontariato e in gran parte delle famiglie. A tale riguardo anche la promozione delle fonti energetiche alternative può rappresentare ricchezza per le istituzioni, risparmi per le famiglie e vantaggi per l’ambiente. In tale quadro il ruolo delle università diventa fondamentale per promuovere una formazione avanzata, fortemente legata con le esigenze del mercato e i bisogni produttivi delle aziende regionali. Che vanno spinte sempre di più verso l’internazionalizzazione». Scopelliti sul proprio blog vantava inoltre nel 2008 il “chilometro più tecnologico d’Italia” grazie al Wifi gratuito sul lungomare di Reggio Calabria.
Vito De Filippo (Basilicata)
«Nell’economia sempre più globalizzata le telecomunicazioni ad alta velocità e i servizi a banda larga sono ormai riconosciuti come uno dei bisogni primari e come uno dei principali indicatori dello sviluppo e della competitività di un territorio. Sono utili ai cittadini per la loro doppia valenza d’innovazione di processo e di prodotto e per ampliare il loro mercato di riferimento territoriale e rappresentano per le istituzioni l’occasione giusta per migliorare il loro assetto organizzativo e la qualità democratica delle relazioni con i cittadini e le imprese. Eppure anche se il campo di opportunità e di vantaggi appare notevole e necessario, il processo d’infrastrutturazione delle reti a banda larga richiede risorse consistenti, tempi lunghi di realizzazione oltre a significative ricadute commerciali da parte degli operatori che investono. Tutto questo ha di fatto privilegiato le aree a maggior potenziale e quindi a maggior rapidità di ritorno degli investimenti e penalizzato quelle con una particolare conformazione del territorio e con una significativa rarefazione insediativa (aree a fallimento di mercato), creando una situazione di divario tecnologico contro cui la Regione ha da poco approvato le Linee guida stratecighe e territoriali per il superamento del digital divide in Basilicata.
I provvedimenti: l’iniziativa della Regione sarà rivolta a garantire a tutti i cittadini, alle imprese ed alla Pubblica Amministrazione le opportunità di un contesto digitale incentrato sul superamento del digital divide attraverso l’estensione della banda larga tramite tecnologie ADSL e/o tecnologie wireless, mobili, satellitari e l’estensione delle reti ad alta capacità per servizi di connettività di nuova generazione (VDSL, NGN)».
Claudio Burlando (Liguria)
«La Regione ha sviluppato una costante pratica di ascolto e di risposta. Ha finanziato la diffusione in ogni piccolo paese della banda larga».
Stefano Caldoro (Campania)
«Infrastrutturazione finalizzata ad aumentare la competitività dei territori e dei sistemi produttivi. Da realizzare attraverso Grandi Progetti: Collegamento multimodale delle aree produttive, realizzazione dei sistemi telematici in banda larga nelle aree industriali e nelle zone ad alta concentrazione produttiva».
Si può notare come le promesse elettorali sulla banda larga siano alquanto vaghe e prive, nella maggior parte dei casi, di un benché minimo programma concreto per la messa in pratica. Non solo: raramente la banda larga è inserita nel programma come obiettivo specifico per aziende o formazione e, più in generale, è normalmente considerata come un semplice servizio al cittadino. La sensazione è quella per cui la banda larga sia stata per molti dei vincitori più un argomento elettorale che uno strumento vero su cui porre attenzione e fare affidamento.
Non sono queste buone premesse, poichè se a fine mandato la banda larga non sarà un diritto accessibile per tutti, il fallimento generale sarà sotto gli occhi dell’intera nazione.
Buon lavoro a tutti i candidati, insomma: c’è molto lavoro da compiere.