Elitel: l'AGCOM si pronuncia

Elitel: l'AGCOM si pronuncia

Come avete potuto leggere dai precedenti articoli, a seguito del consiglio di amministrazione, a cui hanno partecipato tutte le società del gruppo, di Elitel, che si è tenuto nei giorni scorsi a Milano, è stato chiesto per evitare il fallimento, il commissariamento.
Elitel deve riuscire a far fronte a 106 milioni di euro di crediti vantati da Telecom Italia, che hanno portato dal 4 luglio al distacco completo di tutte le utenze Elitel che si appoggiano alla rete Telecom.

L’autority ha: “ordinato formalmente a Elitel di fornire immediatamente ai propri clienti dettagliate informazioni sulle modalità con le quali possono continuare ad usufruire del servizio telefonico di base o passare ad altro operatore nel caso in cui non vengano ripristinate le, condizioni originarie.

Telecom Italia dovrà collaborare con Elitel per i clienti ad accesso diretto e, a sua volta, informare gli utenti in CPS (Carrier PreSelection) della stessa Elitel, tramite un messaggio fonico, della possibilità di effettuare chiamate in uscita premettendo, alla digitazione del numero, il codice di selezione (CS) dell’operatore con il quale sia stato sottoscritto un contratto, oppure quello di Telecom Italia.

Questo per “la necessità che gli operatori provvedano a porre in essere tutte le opportune misure e a fornire tutte le informazioni per evitare che si verifichi la cessazione del servizio telefonico” oltre al fatto che fino ad oggi per gli utenti Elitel è stato quasi impossibile ricevere informazioni dalla stessa azienda.

Si ricorda inoltre che i clienti Elitel di fonia tradizionale non sono isolati ma possono continuare ad utilizzare il servizio anteponendo il prefisso operatore di Elitel oppure quello di Telecom Italia.

Si cominciano a sentire anche le associazioni dei consumatori, come ad esempio l’ADUC che commenta : “Iniziativa lodevole, a nostro avviso“, rilevando però la mancanza di tempestività informativa da parte delle due compagnie telefoniche e, si pone una domanda importante a seguito della decisione dell’AGCOM: “Ma se questo non avviene immediatamente – come sta accadendo – cosa succede a Elitel e a Telecom?”.

Questa vicenda secondo l’ADUC “ricorda molto da vicino il crack della compagnia aerea Volare Web che il 20 novembre 2004 lasciò a terra, senza alcun preavviso, altre migliaia e migliaia di clienti che avevano comprato e pagato il biglietto, magari proprio il giorno prima dello stop. Le analogie, però, non finiscono qui. Per salvare la società, con un provvedimento ad hoc basato sulla legge salva aziende che, semplificando, prevede la pura continuazione dell’attività delle imprese insolventi in vista di un miracolo da attendere per anni a spese dei creditori, il Governo di allora nominò un commissario straordinario per tentare di preservare i posti di lavoro. In seguito la compagnia è stata venduta con modalità poco chiare ad Alitalia. Il commissariamento cosa portò ai consumatori? Nulla. Nessun rimborso. Zero assoluto“.

Mi permetto però di far notare che stiamo parlando di due settori completamente diversi, con dei costi completamente differenti e con una struttura completamente diversa, paragonare un azienda telefonica ad una compagnia aerea mi sembra un po troppo, questo per dire che è sicuramente più facile per una compagnia telefonica, risanare i suoi bilanci rispetto ad una compagnia aerea che deve far fronte a costi sicuramente più elevati ed a problemi diversi, una cosa è sicura però, come in Volare, si è intervenuti un po’ tardi.

Mi auguro che il commissario nominato dal governo sia in grado di risolvere i problemi di Elitel, che non sembrano poi così difficili da risolvere, visto il bilancio della compagnia ed i forti margini dei servizi di telefonia.

Rimangono comunque due domande, di chi è la colpa di quello che è successo ad Elitel?
… Una regolamentazione ed una sorveglianza, più dettagliata e attenta, poteva evitare quanto è successo? … a quest’ultima si potrebbe rispondere di si, nonostante il mio più completo appoggio all’AGCOM che sta facendo un ottimo lavoro, ma forse con dei mezzi normativi ancora un po’ limitati.

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