Come abbiamo scritto stamattina, Elon Musk si sarebbe stancato di Twitter (e forse non solo di lui). Dal suo punto di vista la piattaforma sarebbe ormai un luogo illiberale, dove non viene rispettato il principio di libertà di parola e quindi i fondamenti stessi della vita democratica. Per questo motivo il fondatore di Tesla e SpaceX avrebbe intenzione di creare un suo personalissimo social network.
Elon Musk come Donald Trump pensa a un suo social
Musk sostiene di averne abbastanza di quello che percepisce come un oppressivo regime di sorveglianza. Una cosa gravissima, soprattutto in un contesto come una piattaforma che per sua natura dovrebbe essere liberale, nata per far dialogare le persone come in una piazza pubblica. Da qui l’idea lanciata ai suoi follower di creare qualcosa di nuovo, uno spazio dove ognuno può esprimere il proprio pensiero liberamente.
Ovviamente entro i limiti imposti dalla tolleranza e dal rispetto altrui, ma senza censure preventive che possano generare una sorta di pensiero unico a cui uniformarsi, pena l’esclusione e la censura.
Elon Musk, dunque, potrebbe emulare Donald Trump, che come risaputo lo scorso febbraio ha lanciato il suo nuovo social personale chiamato Truth. Un luogo a suo dire libero, dove chiunque, anche quelli che non condividono le sue idee possono dialogare liberamente, essere informati in tempo reale su tutto, e comunicare tra loro confrontandosi senza il timore di essere censurati, ovviamente patto di rispettare gli interlocutori e una certa netiquette.
Is a new platform needed?
— Elon Musk (@elonmusk) March 26, 2022
Per chi non lo sapesse, Musk è un imprenditore sudafricano con cittadinanza canadese naturalizzato statunitense: oltre a essere fondatore di Tesla, nei suoi 49 anni ha gettato le basi per l’esplorazione spaziale del futuro grazie a SpaceX. Inoltre, è anche co-fondatore e CEO di Neuralink, una azienda statunitense di neurotecnologie, fondata nel 2017 da un gruppo di imprenditori, tra cui lui.
L’obiettivo del gruppo è quello di sviluppare interfacce neurali impiantabili, per consentire in futuro a persone con disabilità o paralisi di controllare i loro arti protesici o in generale i dispositivi elettronici col pensiero, oppure ai paraplegici di tornare a camminare con le le proprie gambe.