Ci sono domini e domini. X.com è senza alcun dubbio uno dei più intriganti tra quelli di secondo livello, almeno per chi opera nel Web: una sola lettera, la più misteriosa e versatile dell’intero alfabeto, spesso utilizzata dai giganti del mondo hi-tech per identificare progetti caratterizzati da un elevato tasso di innovazione (si pensi, ad esempio, al laboratorio X di Google). Non stupisce che il suo nome sia associato a quello di Elon Musk.
Il numero uno di Tesla, SpaceX, The Boring Company e Hyperloop riuscì a registrarlo nell’ormai lontano 1999: allora X era l’appellativo attribuito alla startup che poi sarebbe diventata Confinity e infine PayPal, in seguito alla fusione proprio con la piattaforma X.com di Elon Musk avvenuta nei primi mesi dell’anno 2000. Oggi il visionario imprenditore torna a farsi sentire su Twitter, ringraziando il colosso dei pagamenti online per avergli concesso la possibilità di riacquistare il dominio. Al momento non è dato a sapere a quanto ammonti l’entità dell’investimento economico messo sul piatto per portare a termine la transazione, finalizzata nella giornata del 3 luglio, dunque poco più di una settimana fa. Questo il post in forma tradotta.
Grazie a PayPal per avermi permesso di riacquistare X.com! Nessun piano al momento, ma ha un grande valore affettivo per me.
Thanks PayPal for allowing me to buy back https://t.co/bOUOejO16Y! No plans right now, but it has great sentimental value to me.
— Elon Musk (@elonmusk) July 11, 2017
L’indirizzo, al momento, non porta da nessuna parte. Lo stesso Musk conferma di non avere (per ora) alcuna idea su come impiegarlo, ma considerando alcuni dei suoi progetti non è difficile immaginare un suo utilizzo in futuro: da SpaceX alla Tesla Model X, gli spunti di certo non mancano. L’operazione sembra comunque essere dettata dal valore affettivo insito nel dominio.