Prende il nome dal senatore Maurizio Eufemi e farà sicuramente discutere: un emendamento presentato in seno alla finanziaria 2006 (una sorta di déjà-vu dopo il caso della “tassa sul tubo“) avanza infatti l’ipotesi di tassare le connessioni a banda larga elargendo, grazie a tale prelievo, una quota aggiuntiva di sostegno alle attività cinematografiche e di spettacolo (in un’ottica più generale l’intenzione è quella di ricostituire un vero e proprio Fondo unico per lo Spettacolo). L’emendamento sembra inserirsi in un delicato equilibrio in cui lo spettacolo chiede che non venga meno l’appoggio da sempre garantito al settore, la banda larga fatica ad imporsi tanto nella cultura quanto nelle infrastrutture nazionali ed i due settori si trovano ora fronte a fronte a contendersi una piccola fondamentale fetta della prossima legge finanziaria.
Assoprovider (così come AIIP) ha immediatamente espresso un parere apertamente negativo sull’Emendamento Eufemi: «Assoprovider denuncia questo provvedimento come lesivo per lo sviluppo di un settore trainante della nostra economia. Il Governo ha individuato nella larga banda un fattore essenziale e strategico per la crescita economica e il recupero di competitività per il nostro Paese. E ciò è testimoniato da molti interventi in questa direzione come l’erogazione dei contributi sulla larga banda, le “autostrade digitali” del Ministero dell’Innovazione e Tecnologie e il recente decreto Landolfi sul Wi Fi che permette finalmente di portare la larga banda nei piccoli comuni favorendone così la crescita economica e culturale. Quello della banda larga è un settore centrale per lo sviluppo del nostro paese, settore profondamente in crisi per problemi legati alla posizione dominante dell’incumbent che già costringono gli altri operatori a sottilissimi margini di guadagno».
Assoprovider vede pericolosamente minacciati i già risicati margini dei piccoli provider e nel contempo, come logica conseguenza del tutto, vede minata la possibilità per i piccoli comuni di uscire da una situazione di digital divide sempre più vincolante e sempre più nel mirino dell’AGCOM.
Assoprovider chiede dunque:
- «Che senso ha promuovere lo sviluppo di un settore tassandone un altro che già naviga in cattive acque?»
- «Perché allora dare i contributi per la banda larga a pochi operatori per poi tassare tutti?»
- «Perché, invece di indirizzare indiscriminatamente il prelievo verso il fatturato dei canoni di abbonamento per le connessioni a banda larga, non tassare anche per quanto riguarda gli ISP lo sfruttamento del prodotto cinematografico ed audiovisivo come indicato dallo stesso emendamento nei confronti degli operatori mobili?»