EMI lancia (con prudenza) il proprio music store

Il nuovo EMI.com, per il momento disponibile solo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, è solo una vetrina di informazioni e ascolti di prova, ma l'etichetta vuole che sia un sistema in costante evoluzione per conoscere sempre di più il proprio pubblico
EMI lancia (con prudenza) il proprio music store
Il nuovo EMI.com, per il momento disponibile solo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, è solo una vetrina di informazioni e ascolti di prova, ma l'etichetta vuole che sia un sistema in costante evoluzione per conoscere sempre di più il proprio pubblico

Non è ancora chiaro cosa debba essere ma intanto EMI lancia il suo atteso nuovo sito per consumatori e lo definisce un «laboratorio d’apprendimento» dal quale cercherà di capire meglio la sua utenza e in un futuro anche di vendere musica e altre cose.

Disponibile per il momento solo per gli utenti britannici e statunitensi, il nuovo sito EMI è in beta e sembra tutto finalizzato alla conoscenza e non al consumo. Le tracce musicali ancora non le si possono acquistare, ma si può invece navigare tra gli artisti EMI e ascoltare una preview di 30 secondi di tutti i brani.

L’interfaccia è in linea con il design “web 2.0” e così lo sono, almeno in linea teorica, i servizi (per certi versi il sito ricorda da vicino Last.fm): fino a che continuerà a costituire una vetrina dei prodotti EMI il sito sarà ben poco innovativo e non è chiaro quanto possa servire ai nuovi scopi dell’etichetta che, tra le quattro grandi, è la più piccola. L’idea originale infatti sarebbe quella di cominciare davvero a conoscere i consumatori, capire cosa vogliano, in che modo e perchè.

In seconda battuta poi EMI intende creare un punto di riferimento dove reperire informazioni sulle band e tutta una serie di beni accessori che potrebbero costituire anche il futuro delle revenue musicali. Si tratta nella fattispecie di tutte quelle cose che vanno dal merchandising ai biglietti dei concerti: tutto ciò che ruota intorno alla musica, ma non è la musica in sé. Fino ad ora, invece, i siti EMI sono stati solamente delle repository di link alle pagine ufficiali degli artisti e ai loro brani sullo store musicale 7Digital.

«Si tratta dell’inizio di un esperimento lungo» ha detto Alex Haar, vicepresidente della sezione progetti speciali dell’etichetta: «Nei mesi a venire continueremo ad aggiungere contenuti con cui interagire sul sito». Per il momento però l’unico widget è un player che consente l’ascolto in streaming di playlist che possono essere rappresentate solo dai sample da 30 secondi che il sito mette a disposizione.

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