La sessantanovesima edizione dei premi Emmy verrà ricordata come quella della consacrazione definitiva per le piattaforme di streaming, con alcuni dei principali player di mercato pronti ad aggiudicarsi almeno una delle ambite statuette. I grandi colossi come Netflix e Amazon Prime Video, superfavoriti alla vigilia, hanno tuttavia dovuto cedere il passo a un terzo servizio: Hulu. È infatti questa piattaforma, il cui streaming a pagamento è disponibile sono negli Stati Uniti, ad affermarsi come la mattatrice di questa edizione. Merito di “The Handmaid’s Tale”, serie con protagonista Elisabeth Moss e già divenuta fenomeno di culto.
Nelle ultime settimane, tutte le attenzioni dei media si concentrate su Netflix, dato il numero di nomination record conquistate per “Stranger Things”. Nonostante le previsioni della vigilia, il drama anni ’80 del colosso è tuttavia rimasto a bocca asciutta, battuto invece dalla società distopica e angosciante di “The Handmaid’s Tale”. Netflix recupera tuttavia con “The Crown”, “Black Mirror” e “Master Of None”, mentre Amazon non riesce a piazzare il suo apprezzatissimo “Transparent”.
“The Handmaid’s Tale” ha dominato in ben cinque categorie, consacrando definitivamente Elisabeth Moss, conosciuta al pubblico soprattutto per “Mad Men”, come una fra le più capaci attrici della nuova generazione. Lo show conquista ben cinque riconoscimenti: miglior serie drammatica, migliore attrice protagonista, migliore regia di una serie drammatica, miglior attrice non protagonista e migliore sceneggiatura. La produzione di Hulu si è dovuta principalmente scontrare non con gli avversari dell’universo dello streaming, bensì con “Big Little Lies”, la serie TV targata HBO con protagonista Nicole Kidman.
Buona la performance di Netflix, seppur non con gli anticipati “Stranger Things” e “Westword”. Il colosso conquista il riconoscimento per il miglior film televisivo con l’episodio “San Junipero” di “Black Mirror”, vincitore anche della miglior sceneggiatura per una mini-serie. “Master of None” ottiene la statuetta per la miglior sceneggiatura di una comedy, mentre “The Crown” conferma una delle previsioni della vigilia: il riconoscimento a John Lithgow come miglior attore non protagonista, per la sua encomiabile interpretazione di Winston Churchill.