Venezia ed Enel Open Fiber hanno stretto un accordo che consentirà agli abitanti del capoluogo veneto di disporre in futuro di connettività a banda ultralarga. Il progetto, del valore di circa 53 milioni di euro, prevede la realizzazione di un’infrastruttura in fibra ottica che interesserà gran parte del territorio comunale della Città di Venezia, le cosiddette “aree nere” e “aree grigie”, ovvero tutto il centro di Mestre, Marghera, Carpenedo-Bissuola, Chirignago, Gazzera, buona parte di Zelarino, Favaro e Campalto, il Centro storico di Venezia, Murano, Sant’Erasmo e Lido.
Il progetto intende portare la fibra “spenta” fino a casa del cliente (FTTH cioè Fiber to the home), abilitando al contempo una rete a disposizione degli operatori di telecomunicazioni. Gli operatori commerciali interessati “accenderanno” poi la fibra secondo le richieste di cittadini e imprese. La convenzione con Enel Open Fiber prevede l’utilizzo sinergico delle infrastrutture esistenti e l’impiego di tecniche innovative di intervento per permettere la massima riduzione dei tempi e dei costi, garantendo nel contempo un basso impatto ambientale, nonché modalità di gestione semplificate degli iter autorizzativi, con la creazione di un apposito PUC (Punto Unico di Contatto).
Tutte le aree non coperte da Enel saranno invece oggetto di uno specifico progetto, già avviato, gestito dalla Regione Veneto, finanziato anche dal Ministero dello Sviluppo Economico, operato da Infratel, per portare la banda ultralarga nelle cosiddette “aree bianche” (a “fallimento di mercato”, ovvero quelle aree in cui nessun operatore è interessato a investire). Questi interventi, garantiranno la copertura in banda ultralarga dell’intero territorio del Comune di Venezia entro i prossimi anni.
L’intervento si colloca all’interno del Piano strategico per lo sviluppo della banda ultraLarga in Italia che ha un obiettivo chiaro e ambizioso: coprire entro il 2020 l’85% della popolazione italiana con infrastrutture per la banda ultralarga, cioè a velocità pari a 100 Mbps (megabit per secondo) e garantire allo stesso tempo al 100% dei cittadini l’accesso alla rete Internet ad almeno 30 Mbps. Si tratta di un piano per recuperare il ritardo del Paese su Internet veloce, che vede in ritardo l’Italia rispetto agli altri Paesi europei in tema di digitalizzazione dell’economia e della società.