Meno carbone, grazie: lo chiedono gli italiani. È questo il risultato di un sondaggio condotto dall’Istituto Piepoli in occasione della nascita di “Energia Oltre“, inchiesta da cui esce un quadro strutturale di un’opinione pubblica fortemente polarizzata su una precisa opinione: il petrolio è una tentazione da cui fuggire ed il gas è una alternativa percorribile. Non solo: le tensioni geopolitiche internazionali dovrebbero spingere il paese ad una maggior autonomia proprio da quelle importazioni di petrolio da cui potrebbero conseguire instabilità che andrebbero a gravare sulle politiche energetiche interne, con ricadute sul consumatore.
Una ricerca di indipendenza e di tranquillità, quasi a cercare un isolamento dalle tensioni che il paese è culturalmente e tradizionalmente portato a ricollegare con i chiaroscuri del mercato petrolifero.
Italiani ed energia: un approccio realista
Secondo le conclusioni a cui è giunto Energia Oltre, il rapporto tra gli italiani ed il mondo dell’energia è dunque improntato al realismo, accarezzando le più sublimi tentazioni green senza abbandonarsi all’utopia della rivoluzione immediata: «meno di un terzo (solo il 27%) pensa che l’Italia possa alimentarsi esclusivamente da fonti rinnovabili. Interessante un dato, rilevato dall’indagine, sulla conoscenza dei temi legati all’energia: il 37% degli Italiani ritiene che gli idrocarburi siano tra le fonti rinnovabili, mentre il 40% è convinto che anche il carbone lo sia, più del 52% afferma di aver adottato soluzioni per l’efficienza energetica, mentre il 58% la considera una scelta importante in termini di tutela ambientale». Di qui la scelta di campo: l’80% degli italiani intervistati si dice pronto a rifiutare il petrolio per avviarsi sulla strada del gas, la migliore tra le concrete alternative disponibili nell’immediato.
L’87% degli intervistati accetterebbe nuove infrastrutture sul territorio (gasdotti, rigassificatori, centrali eoliche, solari, idroelettriche) se queste garantissero stabilità al bilancio energetico nazionale ed un corrispondente risparmio sulla bolletta. Il paese, insomma, sembra voler credere nell’autarchia energetica come forma di resistenza alle incertezze internazionali, così da rendere l’Italia quanto più autonoma e libera possibile. Il 69% degli italiani, infatti, ammette di basare la propria riflessione su una inevitabile preoccupazione: le tensioni geopolitiche sono una minaccia che può riverberarsi sulla popolazione soprattutto in termini energetici, dunque le alternative (rinnovabili e gas come mix complementare e di grande efficacia) sono considerate una strategia vincente per il lungo periodo.
Interessante è il fatto che il 53% di quanti ad oggi hanno già adottato soluzioni casalinghe per il risparmio energetico (peraltro promosse dallo Stato grazie ad apposite agevolazioni fiscali di grande interesse) si dicano soddisfatti del risultato conseguito, con un ulteriore 24% pronto a definire “evidente” il vantaggio ottenuto. La percezione del risparmio energetico si sposa dunque con la causa ecologista, ma questo fronte crescente non sembra abbandonarsi alla faciloneria del “tutto e subito”: l’Italia crede nelle rinnovabili, ma chiede anzitutto stabilità ed uno sviluppo organico di una politica energetica efficace. Il gas può essere quindi la miglior transizione in grado di garantire una via d’uscita dal carbone ed un approdo morbido alle tecnologie del futuro.