Non conta quante materie prime si abbiano a disposizione: un modello incentrato sulle fondi di energia rinnovabili è diventato elemento premiante a prescindere, valore aggiunto sotto ogni punto di vista e oggi anche opportunità economica da perseguire per raggiungere un miglior mix energetico. Il tutto è dimostrato dalle strategie definite in giornata tra le autorità egiziane e l’italiana Eni, da cui nasce un progetto di grande ambizione incentrato sulle rinnovabili e pensato per ricalibrare il baricentro energetico del paese africano.
Lo spostamento è nella direzione della sostenibilità ed è così spiegato dal gruppo del cane a sei zampe: «La realizzazione di progetti di energia rinnovabile nel paese permetterà la riduzione dell’uso del gas naturale nella generazione di elettricità. Il gas reso disponibile in questo modo potrà essere usato per espandere l’uso del GNC (Gas Naturale Compresso) come carburante nel settore automobilistico, in alternativa al diesel ed alla benzina, promuovendo così un ciclo low-carbon con un energy mix basato su gas e rinnovabili». I risultati dell’accordo si vedranno presto sul campo: una centrale fotovoltaica da 50MWh è prevista nel Sinai e sarà realizzata entro fine 2017 dalla joint venture paritaria Petrobel. Non solo si scommette sulla sostenibilità dell’approvvigionamento energetico, quindi, ma anche sulla sostenibilità del modello nel lungo periodo: il modello applicato è il noto “modello Mattei”, fatto di stretta cooperazione e ruolo proattivo sul territorio, con cui da sempre il gruppo di San Donato Milanese stringe i propri rapporti con il continente africano.
L’annuncio conferma il ruolo attivo di Eni nel processo di innovazione che un paese ricco di materie prime come l’Egitto sta per intraprendere: il taglio della CO2 sarà perseguito tramite un modello misto rinnovabili/gas, introducendo carburante verde nel comparto automobilistico ed utilizzando tecnologie a minor impatto ambientale nella produzione di elettricità. Un nuovo energy mix da perseguire con importanti scelte strategiche, le quali assumono un significato particolare proprio in quanto calate all’interno di realtà che da sempre basano la propria economia sulle materie prime: l’energia rinnovabile trova spazio anche in queste realtà, comprovandone pertanto la validità dei modelli e la perfetta capacità di integrazione in mix energetici di nuova fattura.
L’ufficializzazione dell’accordo anticipa inoltre di poche ore la ESG Presentation con cui Eni enuncerà la propria visione per i futuri modelli di energia sostenibile: il modello integrato ambito dal gruppo sarà raccontato direttamente dall’amministratore delegato Claudio Descalzi. Dal suo discorso sarà possibile carpire qualcosa di più circa il futuro dell’azienda, ma anche molto di più circa i progetti in essere del comparto in relazione alle fonti di energia del futuro. Perché una cosa appare ormai chiara: non c’è un vero scatto evolutivo fintanto che tale slancio non viene abilitato da nuove modalità di approvvigionamento energetico, più efficienti e meglio calibrate rispetto alle necessità.