Viviamo in un mondo costantemente connesso, radicalmente e profondamente cambiato dalla rivoluzione mobile che ha portato nelle tasche di tutti dispositivi dalla potenza di calcolo paragonabile a quella di un computer. Oggi la comunicazione è continua, perenne, non più confinata entro le mura dell’ufficio o quelle di casa. Ne consegue in modo inevitabile una progressiva crescita del traffico dati richiesto per lo scambio delle informazioni.
Partendo da questa premessa, nel corso del TIM Energy Day 2015 andato in scena la scorsa settimana all’Expo 2015, l’amministratore delegato di Telecom Italia ha spiegato perché se si vuole affrontare il tema dell’efficienza energetica in relazione al mondo online è necessario introdurre una nuova unità di misura, il consumo energetico per gigabyte. Mantenere attive le infrastrutture sulle quali si basa la Rete è dispendioso e per far fronte a richieste sempre più elevate (ogni anno il traffico sul Web aumenta del 30-35%) le strade percorribili sono due: aumentare in modo esponenziale il numero di antenne, ripetitori e switch presenti nelle centrali oppure ottimizzarne il funzionamento in modo da renderle sempre più efficienti.
L’AD Marco Patuano ha spiegato che la strada intrapresa dall’operatore è la seconda, con un percorso che si snoda attraverso diverse iniziative. Innanzitutto, l’ottimizzazione delle infrastrutture stesse, così che l’aumento della bolletta non sia direttamente proporzionale al volume dei dati trasportati nelle case, negli uffici o sui device dell’utenza. I progetti messi in campo da Telecom porteranno, entro tre anni, a ridurre la spesa (energetica e non) fino al 30% entro i prossimi tre anni.
Inoltre, il gruppo ha raggiunto nei mesi scorsi il 100% nell’approvvigionamento di energia proveniente da fonti rinnovabili, il che rappresenta un vantaggio non di poco conto per l’ambiente, se si considera che si sta parlando del secondo consumatore del paese dopo Ferrovie dello Stato. Tornando ad affrontare la questione da un punto di vista prettamente monetario, attualmente il trasferimento di 1 GB costa 10-11 centesimi di euro, ma attraverso le iniziative messe in campo (dal valore complessivo pari a 90 milioni) l’azienda prevede di arrivare sotto la soglia dei 10 centesimi entro fine anno. Il risparmio energetico si tradurrà concretamente in un taglio pari a 100 GWh ogni dodici mesi, equivalenti a 17-18 milioni di euro.
Mediante un percorso di ricerca e sperimentazione, realizzato anche in partnership con realtà pubbliche e private, aziende come Telecom puntano a favorire l’innovazione fornendo il supporto necessario per quanto riguarda le infrastrutture, tentando al tempo stesso di non far pagare il conto all’utente finale (non sempre riuscendoci). Rispondere con una cifra esatta alla domanda posta nel titolo, quanto consuma un GB, non è possibile poiché il valore muta di continuo, ma approcciare la questione tenendo conto di questo rapporto è essenziale perché la corsa all’innovazione e al progresso tecnologico non rischi di trasformarsi in un salasso economico per la collettività. Per scongiurare questa ipotesi c’è un solo modo: consumare meno energia attraverso un “atteggiamento saving” condiviso da tutte le parti in gioco (anche l’utente finale) e fare investimenti mirati in un’ottica lungimirante.