«Sviluppare un migliore utilizzo delle fonti energetiche e stimolare le nuove generazioni di ricercatori»: nasce con questa finalità il premio Eni Award, un riconoscimento alla ricerca che il gruppo del cane a sei zampe porta avanti ormai dal 2007. I premi per l’edizione 2015 sono stati conferiti oggi al Quirinale alla presenza del Presidente Sergio Mattarella, del Presidente Eni Emma Marcegaglia e dell’Amministratore Delegato del gruppo, Claudio Descalzi.
Si tratta di un premio che il gruppo ha preso fin dall’inizio con estrema serietà, vero e proprio attestato di riconoscimento per quei ricercatori che sono stati in grado di conferire al mondo della ricerca una marcia in più nella direzione dell’efficienza e della sostenibilità. Che il gruppo creda e investa molto nella ricerca è dimostrato sia dai fatti (la scoperta del giacimento di Zohr ne è concretizzazione) che dall’impegno (la recente collaborazione con State of the Net per un approfondimento sul mondo degli algoritmi ne è attestato): l’Eni Award è la vetrina del lavoro compiuto, regalando le luci della ribalta ai ricercatori che meglio hanno saputo mettere a frutto i propri studi e le proprie intuizioni.
Nella descrizione del premio, il gruppo ricorda il proprio lavoro verso la conversione dell’azienda nella direzione di una realtà di produzione energetica integrata, nella quale il mix di risorse utilizzate si sposta nella direzione dell’efficienza e della sostenibilità. Premiare la ricerca significa premiare gli sforzi che accompagnano il gruppo in questa direzione, sposando i lavori di maggior spessore ed offrendo ai ricercatori quella gratificazione necessaria per proseguire con entusiasmo la propria essenziale opera di studio.
Eni Award 2015
Per Eni l’innovazione tecnologica è un elemento chiave per rendere possibile l’accesso a nuove risorse energetiche, migliorarne il recupero dal sottosuolo e l’efficienza di utilizzo, riducendo allo stesso tempo l’impatto sull’ambiente.
La commissione scientifica del premio è presieduta dall’accademico Gérard Férey ed è composta da 27 membri, ivi compreso il premio nobel Harold Kroto. La scelta non è stata certo semplice: 800 le candidature pervenute da tutto il mondo, tra le quali si contano ben 25 Premi Nobel. La scelta della giuria è ricaduta sui seguenti nominativi e sui seguenti progetti:
Premio “Nuove frontiere degli idrocarburi”
Johan Olof Anders Robertsson «per la recente ricerca, svolta insieme a Dirk-Jan van Manen, Ali Özbek, Massimillano Vassallo e Kemal Özdemir, focalizzata sullo sviluppo di una tecnologia innovativa di acquisizione e modellazione dei dati di prospezione a mare con metodi acustici (sismici), capace di superare gli attuali limiti di visualizzazione e caratterizzazione delle caratteristiche del sottosuolo nel pieno rispetto dell’ambiente».
Premio “Downstream”
Helmut Schwarz per il lavoro di ricerca sull’attivazione di metano per la sua conversione in idrocarburi più pesanti (etano/etilene) o ossigenati (metanolo/formaldeide): «Questa trasformazione diretta può rendere fattibile lo sfruttamento delle enormi riserve di gas naturale presenti in giacimenti remoti e il suo trasporto alle aree geografiche di utilizzo».
Premio “Energie rinnovabili”
Mercouri Kanatzidis: «La sua ricerca concerne lo sviluppo di nuovi semiconduttori allo stato solido capaci di recuperare il calore disperso e convertirlo direttamente in energia elettrica. Più precisamente la novità risiede nell’aver “nanostrutturato” il materiale di questi semiconduttori termoelettrici, ovvero l’avervi aggiunto nanocristalli con determinate composizioni i quali, ad alte temperature, portano ad un incremento significativo delle prestazioni». Questa ricerca potrebbe portare al recupero di almeno 50GW su scala globale a parità di consumi, ottenendo un efficientamento sostanziale a vantaggio della sostenibilità e dell’impatto ambientale in fase di produzione di energia.
Premio “Protezione dell’ambiente”
Menachem Elimelech «Il processo innovativo messo a punto, che utilizza calore a basso grado come fonte di energia, viene utilizzato anche per il trattamento delle acque associate alle attività petrolifere, dimostrandosi più efficiente ed a basso consumo energetico rispetto alle tecnologie di desalinizzazione attuali, con una positiva impronta ecologica».
Daniela Meroni e Marcherita Maiuri portano a casa un riconoscimento “Debutto nella ricerca” per i lavori portati avanti rispettivamente nel risanamento ambientale del biossido di titanio e per gli studi nell’osservazione spettroscopica di impulsi ottici ultracorti.
La leva tecnologica sarà essenziale ai fini della trasformazione di Eni nei prossimi anni da società petrolifera a compagnia energetica integrata, riducendo significativamente il contenuto di carbonio del proprio mix di materie prime, attraverso il sempre maggior utilizzo del gas naturale e l’impiego delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare solare e biomasse.
E siccome la ricerca non si ferma, non si ferma nemmeno l’Eni Award: il bando per l’edizione 2016 è già aperto e le candidature debbono essere consegnate entro il 20 novembre 2015.