Nella ormai consueta cornice del Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente di Eni Emma Marcegaglia e dell’Amministratore Delegato Claudio Descalzi, si è svolta quest’oggi a Roma l’edizione 2017 degli Eni Award, il prestigioso riconoscimento internazionale riservato alle migliori idee di ricerca in ambito energetico, ambientale e sviluppo sostenibile. Si tratta di una un’iniziativa di particolare valore, perché premia i giovani e le loro competenze, perché offre al mercato progetti innovativi e di rapida implementazione e perché alimenta la condivisione delle idee grazie alla creazione di un network internazionale di esperti e studiosi della materia.
Il credo nella ricerca da parte del gruppo del cane a sei zampe è stato così rimarcato da Emma Marcegaglia: «ricerca e progresso scientifico sono due elementi fondamentali per la crescita, non solo della nostra azienda ma di tutto il Paese. Eni vi ha investito fin dal dopoguerra, contribuendo alla costruzione del tessuto industriale del Paese. A maggior ragione oggi scommettiamo sulla ricerca, in un momento in cui la ripresa sta accelerando in tutto il Mondo. Anche in Europa ed in Italia, dove cresce la produzione industriale, l’export, gli investimenti. In questo rinnovato clima di fiducia, tutte le aziende devono puntare sulla ricerca e sull’innovazione per far fronte alle nuove sfide. Penso alla trasformazione digitale, all’apertura dei mercati, alla transizione energetica. In questo scenario, infatti, la ricerca diventa imprescindibile e apre a nuovi potenziali di crescita. Negli anni gli Eni Award si sono fatti portavoce di queste sfide diventando sempre più un catalizzatore di progetti innovativi a beneficio di imprese, startup, processi».
Il premio testimonia l’importanza che la ricerca scientifica e l’innovazione hanno per Eni e, nel corso degli anni, è diventato punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell’energia e dell’ambiente. L’obiettivo è promuovere un migliore utilizzo delle fonti energetiche e di stimolare le nuove generazioni di ricercatori. Dalla sua istituzione nel 2007 le candidature sono state più di 8 mila e oltre 27 premi Nobel hanno fatto parte della Commissione Scientifica e valutato le ricerche presentate.
Sulle idee innovative Eni ha dunque scelto di investire da sempre, oggi più che mai per favorire un rapido trasferimento tecnologico: l’innovazione è asset e la ricerca è l’elemento in grado di abilitarne la piena espressione. Non a caso, come sottolineato dall’Amministratore Delegato Claudio Descalzi, nel corso delle diverse edizioni del premio, i progetti vincitori sono diventati soluzioni di mercato con un più rapido time-to-market rispetto ai classici scenari della ricerca applicata.
#EniAward – Descalzi: investire nella transizione energetica contribuisce a garantire la complementarietà delle rinnovabili
— PMI.it (@PMI_it) October 5, 2017
L’obiettivo chiave degli Eni Award, che quest’anno celebra la sua decima edizione, è dunque quello di guardare agli scenari che oggi potremo già definire di Industria 4.0 puntando sull’innovazione con progetti in grado di rispondere alle odierne sfide del mercato. Come? Promuovendo le idee più innovative e le tecnologie di frontiera applicabili all’Ambiente e al settore energetico, valorizzando al contempo quelle che sono le risorse primarie e strategiche per ogni ambito produttivo: i nuovi talenti. Grazie al talento è infatti possibile proiettare le attuali necessità verso il futuro contesto dell’energia, all’interno di una cornice che muta quotidianamente e che le nuove tecnologie consentono di mantenere aderente alle necessità dell’uomo ed ai diktat della sostenibilità.
Il “Nobel dell’Energia” simboleggia pertanto l’impegno del gruppo nel promuovere ricerca scientifica e innovazione. Gli investimenti degli ultimi anni in questa direzione lo confermano: quasi due miliardi di euro negli ultimi sette anni e migliaia di brevetti registrati. Trattasi di investimenti funzionali al mantenimento di un elevato grado di competitività sul mercato di riferimento, certo, ma anche alla definizione di modelli di business incentrati sul concetto di energia responsabile. Si configura pertanto una vision che richiede di instillare tra le nuove leve della ricerca applicata in ambito energetico una solida cultura della sostenibilità, così da semplificare il trasferimento tecnologico nelle imprese e una piena conoscenza delle migliori pratiche e tecnologie a supporto. Ne sono un esempio le Eni Award Lectures, incontri divulgativi e formativi volti anche a creare un network internazionale di eccellenze in ambito energia e ambiente.
Lectio magistralis tenute dai vincitori delle diverse edizioni e dai membri stessi della Commissione giudicatrice (tra cui si annoverano anche diversi Nobel) e con la partecipazione di docenti e ricercatori rappresentano la linea di continuità che scaturisce dagli Eni Award: alla vigilia della cerimonia di consegna dei premi 2017, si sono tenute ad esempio le lectio magistrali dei vincitori dell’edizione 2017, presso il Politecnico di Torino e presso quello di Milano, presso l’Università della Basilicata, la Federico II di Napoli, l’Università e l’Accademia delle Scienze di Bologna.
Eni Award: premi e vincitori 2017
I premi sono stati assegnati ai migliori classificati nella sezione riservata ai ricercatori Eni e nelle tre sezioni a tema destinate ai progetti esterni (soluzioni tecnologiche innovative nel campo delle energie rinnovabili, della tutela ambientale e dell’estrazione di idrocarburi), riconoscendo due ulteriori premi “Giovane Ricercatore dell’Anno” ed altri due come “Debutto nella ricerca: Giovani Talenti dall’Africa” per il miglior progetto di ricerca in ambito energetico e ambientale pensato per essere applicato nel proprio paese di origine.
“Efficienza energetica ed uso innovativo degli idrocarburi come ponte verso la decarbonizzazione“: Un obiettivo che si traduce nel Premio “Transizione Energetica“, assegnato quest’anno a Robert Schlögl per la ricerca nel campo della produzione di idrogeno e metanolo da fonti rinnovabili, con particolare riferimento ai meccanismi chimici di reazione.
“Utilizzo di rinnovabili e sistemi di stoccaggio per garantire un accesso all’energia più sostenibile nei Paesi in via di sviluppo“: è il focus del Premio “Frontiere dell’Energia“, riconosciuto per il 2017 a Jens Nielsen, per le sue ricerche sull’ingegnerizzazione di microorganismi, volte ad aprire nuove strade alla produzione di combustibili e prodotti chimici per via rinnovabile.
“Tecnologie innovative in grado di realizzare soluzioni efficaci per la tutela e il risanamento dell’Ambiente“: questo l’ambito di riferimento della terza categoria internazionale, ossia il Premio “Soluzioni Ambientali Avanzate“, andato a Graham Hutchings per lo sviluppo di catalizzatori a basso impatto ambientale utilizzabili in diverse filiere dell’industria, in particolare chimica.
I due premi Giovane Ricercatore dell’Anno (25.000 a ciascuno) – destinati a ricercatori under 30 di atenei italiani con una tesi di dottorato sulle stesse tematiche dei premi internazionali – sono stati assegnati a Matteo Fasano (studi a supporto della sintesi di nanomateriali utilizzabili nel campo delle rinnovabili, dell’ingegneria o della nanomedicina) e Stefano Langé (sviluppo di un processo innovativo per la purificazione del gas naturale ad alto contenuto di CO2 e H2S così da rendere disponibile questa fonte a supporto della transizione energetica.
I premi Debutto nella ricerca: Giovani Talenti dall’Africa (borsa di studio post-laurea presso atenei e istituti italiani) – assegnati alle migliori tesi di laurea o di master presso università africane sui temi già descritti – sono stati assegnati a Blessing Onyeche Ugwoke (Nigeria), per una tesi di laurea e pun rogetto di studio sull’efficienza energetica di sistemi basati su rinnovabili off-grid ed a Yemane Kelemework Equbamariam per una tesi sulle investigazioni geofisiche integrate del Main Ethiopian Rift applicate alla ricerca di risorse geotermiche. Entrambi i progetti saranno quindi sviluppati nel corso di un Dottorato di Ricerca, con il sostegno di Eni, che i vincitori del premio svolgeranno rispettivamente presso il Politecnico di Torino e l’Università Federico II di Napoli.