Già premiato recentemente come miglior sito corporate in Italia e nel mondo, il sito eni.com è destinato a fare un ulteriore balzo nelle classifiche dedicate grazie all’apertura concessa dal gruppo alla legislazione nigeriana. Non solo la strategia si è rivelata vincente, ma il plauso è giunto anche da Amnesty International, che sul proprio sito ufficiale manifesta l’apprezzamento per quanto realizzato.
Il sito di Eni si distingue per l’approfondimento nella presentazione del modo di operare dell’azienda, della sua presenza del mondo e della relazione tra sostenibilità e modello di business.
La novità è insita nella pubblicazione online, in piena trasparenza, delle azioni intraprese e dei dati relativi all’impatto ambientale dell’opera del gruppo nel paese africano. La firma è del NAOC (Nigerian Agip Oil Company), consociata Eni in Nigeria, la quale si è impegnata a riportare tutto quanto relativo ai progetti di riduzione del gas flaring, le fuoriuscite del petrolio (elemento di grande sensibilità per le popolazioni che vivono sulla foce del Niger), le valutazioni di impatto ambientale e i progetti pensati per le comunità e i territori interessati.
«Si tratta di un passo importante verso una maggiore trasparenza dell’industria del petrolio in Nigeria»: è questo il commento di Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, il quale tende la mano a Eni in occasione dell’incontro avvenuto in giornata con il Dipartimento Sostenibilità del gruppo.
L’arma del Web è in tal caso fondamentale. Un apposito sito denominato “Naoc Sustainability” snocciola tutto quel che Eni sta mettendo in pratica in Nigeria e secondo Amnesty International è questo un tassello centrale nelle strategie di tutela delle comunità locali. Il Web è infatti la chiave: la pubblica disponibilità dei dati è possibile solo grazie alla rete, ed è questo l’elemento che consentirà a chiunque studi indipendenti, analisi trasparenti e monitoraggio efficace sul rapporto tra la popolazione nigeriana e le aziende attive nell’estrazione del greggio.
Con la pubblicazione su Internet delle informazioni relative alle indagini sulle fuoriuscite di petrolio, c’è maggiore possibilità di condurre una revisione indipendente dei dati pubblicati e di ridurre quindi la possibilità di cattive pratiche. Amnesty International continuerà a monitorare il sito Internet di Eni/Naoc, offrendo suggerimenti per sviluppare ulteriormente questo strumento.