Quella legata all’auto è una forma di condivisione che trascende i confini del mondo online per calarsi in quello reale, ponendosi come obiettivo la ricerca di soluzioni ad alcuni dei problemi che oggigiorno riguardano la mobilità, soprattutto in ambito urbano. Il car sharing nasce con molteplici finalità: sgravare le strade cittadine da un numero insostenibile di veicoli in circolazione, nonché sollevare gli utenti dall’obbligo di sostenere le spese di acquisto e mantenimento di una vettura di proprietà.
Enjoy: Welcome Baby
Le iniziative messe in campo finora hanno raccolto interesse e feedback positivi da parte dell’utenza, a dimostrazione di quanto il concetto di Mobility as a Service costituisca sempre più un’esigenza, un bisogno, per muoversi in maniera intelligente ed economicamente vantaggiosa. Un servizio, però, per definirsi davvero smart, deve poter essere accessibile a tutti. Da questa premessa nasce la partnership tra Enjoy e Chicco, concretizzata attraverso il progetto Welcome Baby che rende le Fiat 500 rosse del car sharing pronte per accogliere a bordo intere famiglie e chi desidera viaggiare con i più piccoli. Dopo quelle con Frecciarossa e Piaggio (per gli scooter MP3 che presto si estenderanno oltre i confini milanesi), è l’ennesima stretta di mano tra Eni e un gruppo nazionale, inserita all’interno di un programma che mira alla creazione di un contesto di mobilità evoluta 100% made in Italy.
L’accordo prevede un’iniziale installazione su 50 veicoli di seggiolini Chicco Seat UP 012 nella configurazione Gruppo 1 Isofix, adatta per tutti i bambini con peso tra i 9 e 18 kg (indicativamente da 1 a 4 anni). Il numero dei mezzi coinvolti salirà poi a 80 entro l’estate. Trattandosi di un’iniziativa senza alcun precedente, ha per forza di cose natura di sperimentazione: Enjoy raccoglierà feedback e pareri da parte degli utenti, tenendoli in considerazione al fine di evolvere ulteriormente il servizio offerto.
Welcome Baby: come funziona
La presentazione ufficiale è andata in scena nella giornata di ieri a Milano, presso il Chicco Store di Largo Settimio Severo. Nell’occasione Simone Serafini (Smart Mobility Services, Commercial & Costumer Care Manager Eni S.p.A.) ha sottolineato che il principale punto di forza del progetto è rappresentato dal poter offrire una soluzione pronta all’uso, che non richiede di portare con sé il proprio seggiolino e che non comporta alcun sovrapprezzo rispetto alla tariffa standard di Enjoy.
Per trovare un’auto Welcome Baby è sufficiente specificare il filtro “con seggiolino” nella schermata “Trova veicolo”, all’interno dell’app o sul sito Web. Una volta raggiunta la vettura, uno schema che riassume le istruzioni per il corretto utilizzo è riportato dietro al sedile del passeggero, mentre il manuale è riposto nel vano portaoggetti. Per garantire il massimo livello di pulizia e igiene, ogni utente ha a disposizione delle foderine usa e getta.
Car sharing: auto e responsabilità condivise
Scegliere di affidarsi ad un servizio come quello offerto dal car sharing per gli spostamenti non significa solamente cercare un’auto, prenotarla, guidarla e parcheggiarla una volta giunti a destinazione: significa salire su un mezzo che in seguito ospiterà altre persone. Si innesca così una sorta di processo di responsabilizzazione dell’utenza stessa, un meccanismo piuttosto lontano dal concetto di veicolo di proprietà ad uso esclusivo di pochi e più vicino alla forma più alta di condivisione: attenersi alle indicazioni fornite dal servizio e rispettare un veicolo a disposizione della collettività rappresenta un comportamento virtuoso.
L’auto in cui si entra non è solo uno strumento per spostarsi dal punto A al punto B, ma un ambiente che andrà poi ad accogliere altre persone, altre famiglie, altri bambini. In tre anni di esperienza, Enjoy ha acquisito esperienze e feedback di ogni tipo e, sebbene i comportamenti rivedibili non siano mancati, la grande maggioranza di chi usufruisce delle vetture ha dimostrato senso di responsabilità e correttezza.
Nel momento in cui l’auto diventa effettivamente uno spazio condiviso, del quale aver cura poiché si metabolizza il senso solidale dell’etica sottostante allo “sharing”, ne conviene la pulsione all’arricchimento invece che al depauperamento della risorsa. L’auto, che protegge il bambino e accompagna il genitore, viene così a stringere un rapporto più intimo con l’utente, dando una dimensione nuova al concetto di car sharing. Ed i confini tra “sharing” e “caring” vengono sfumare una volta di più.