Un report della Cisco sta facendo molto parlare di sè perchè mostra come ad oggi il video in rete costituisca il 25% dei dati scambiati e sostiene che questa quota arriverà al 50% del totale dei contenuti in rete entro il 2012 con una crescita impressionante specialmente dal punto di vista del video verso la TV (leggi set top box come la Apple TV).
Certo il report (come spesso accade) è “interessato”, cioè allarma sul bisogno di infrastrutture migliori e più capienti per assicurare un servizio migliore nei prossimi anni e viene da Cisco che di lavoro fa anche questo, tuttavia a legittimare le conclusioni cui arriva lo studio c’è anche Om Malik, un’autorità nel mondo della rete, che sostiene che fonti indipendenti cui lui dà credito siano arrivate alle medesime conclusioni.
Cosa significa che il 50% delle comunicazioni di internet saranno in video? Sicuramente non quello che viene spontaneo pensare.
I siti non si trasformeranno interamente in siti di video e l’immagine non prenderà il posto della parola. Si assisterà certo ad un aumento delle possibilità del video in rete ma sappiamo bene tutti che tale ascesa (che ora stiamo vivendo) presto subirà un brusco arresto, la curva comincerà a scendere, perché i soldi che ora danno la spinta propulsiva finiranno, e rimarranno in piedi solo le compagnie con modelli di business solidi. A quel punto comincerà una nuova era più solida.
L’aumento vertiginoso che ci porterà ad avere un 50% di contenuti video non sarà dovuto nemmeno al P2P che Cisco vede come solido e in aumento ma non in proporzione all’aumento della connettività.
A fare la differenza (e questo lo leggiamo sempre nel report Cisco) saranno principalmente i paesi emergenti, quindi l’Asia (ma in maniera sempre minore), l’Europa dell’Est e soprattutto i paesi latini dove internet è in fortissima espansione.
L’aumento di contenuti da e verso quelle direttrici segnerà la svolta, poiché molti dei nuovi abbonati saranno video-native, cioè cominceranno a fruire seriamente di internet (vale a dire fruirne a banda larga) in un’era in cui le comunicazioni già sono per una gran parte in video.
In più c’è l’internet verso le TV, una forma di transito dati che sul World Wide Web (cioè sulle pagine HTML che consultiamo ogni giorno) non vediamo, ma che sempre di più diventa fondamentale. Per il momento il VOD (video on demand) è molto forte quasi solo in America, anche perché quasi solo lì ci sono offerte competitive. Ma se come è logico che accada i contenuti mandati in streaming o in download video sono destinati ben presto a diffondersi anche in Europa e in Asia, quello della vendita o del noleggio di video diventerà un canale fortissimo.