Con una decisione clamorosa quanto non priva di precedenti, lo “US Patent and Tradement Office” (USPTO), l’ente americano di registrazione dei brevetti, ha revocato il brevetto 5.838.906 (certificato nel 1998, riesame iniziato nel Novembre 2003) con il quale Eolas ha in passato rivendicato i propri diritti contro Microsoft causando un’azione legale sfociata in un maxi risarcimento di oltre mezzo miliardo di dollari.
Il brevetto di cui godeva i diritti la piccola Eolas Technologies Inc. riguardava l’esecuzione automatica di altri programmi all’interno del browser principale, facoltà di cui si avvalgono tutti i browser Internet sotto forma di ActiveX, Applet Java e Plug-in. In seguito alla sentenza l’azienda di Bill Gates aveva dovuto fare marcia indietro e promettere la modifica del codice del browser in ottemperanza a quanto sancito dalla vertenza. Non solo: essendo tutta la struttura Microsoft basata sullo scheletro di Internet Explorer, il ripensamento avrebbe forzosamente dovuto essere radicale fino ad affondare le conseguenze nel sistema Windows.
Al momento della denuncia iniziale fu addirittura l’autorevole opinione di uno dei padri fondatori della Rete, Tim Berners Lee, a schierarsi a favore di Microsoft e contro un artificioso abuso dei brevetti in grado di soffocare le potenzialità di crescita dell’evoluzione del Web. E proprio una lettera di Berners Lee al direttore dell’USPTO caldeggiò ad ottobre una revisione del brevetto.
La sentenza è ora appellabile ed entro 60 giorni Eolas (e la collaborante University of California) potrà apportare le proprie controdeduzioni o rinunciare al generoso emolumento precedentemente dovuto da Microsoft.
Per contro, l’azienda di Redmond potrà tornare a percorrere la strada percorsa fin quando la sentenza Eolas non aveva messo in ginocchio il funzionamento di Explorer: il commento del portavoce Microsoft Jim Desler alla revoca del brevetto è stato un «welcome» che sottolinea come tale decisione fosse attesa e non rappresenti certo una sorpresa.