Microsoft sta cercando di risolvere attraverso una negoziazione l’azione legale intentata da Eolas Technologies piuttosto che tornare in sala d’appello. La compagnia sarebbe infatti in piena discussione con Eolas per sistemare la denuncia legata ai brevetti violati da Internet Explorer, una battaglia legale che si trascina fin dal 1999.
Un nuovo processo è stato fissato per lunedì nella Federal District Court di Chicago ma le due società hanno chiesto una sospensione di 30 giorni per poter raggiungere un accordo extra giudiziario: «speriamo di poter risolvere la nostra disputa amichevolmente», ha affermato Microsoft.
Eolas sta cercando da lungo tempo di rivendicare la proprietà di un brevetto che copre alcuni metodi utilizzati nelle pagine HTML per aprire automaticamente certi oggetti e nel particolare i plug-in che influiscono sulla visualizzazione delle pagine Web, come ad esempio gli applet Java, i controlli ActiveX o i componenti di lettori multimediali o Flash. Nell’agosto 2003, Microsoft era stata condannata in primo grado a pagare una ammenda di 521 milioni di dollari. Il W3C (il consorzio che definisce gli standard tecnologici del Web), preoccupato delle conseguenze che la vittoria di Eolas avrebbe portato sulla navigazione in Internet, ha richiesto all’Ufficio Americano dei Brevetti un riesame in merito alla validità del brevetto. La prima sentenza è stata poi ribaltata in sede d’appello ed Eolas si è vista costretta a restituire il risarcimento ottenuto con gli interessi.
La telenovela del caso Eolas non accenna però a finire: ora Microsoft avrà nuovamente la possibilità dimostrare le proprie ragioni presentandosi presso l’Ufficio Americano dei Brevetti per dimostrare di aver inventato la tecnologia alla base della disputa legale prima che Eolas la brevettasse.
Lo scopo del nuovo appello sarebbe di riammettere il browser Viola di Perry Pei-Yuan Wei come prova, strumento con il quale Microsoft intende appropriarsi della “prior art” (priorità di ideazione) del codice contestato, il quale non era stato considerato valido dal primo giudice James Zage.