L’amministrazione della cosa pubblica è sempre più orientata dai social network. A Udine l’esperimento sta andando a gonfie vele: il problema viene segnalato e il comune provvede.
L’applicazione ePart è stata realizzata a Reggio Calabria, ma la prima città ad aver creduto alla cittadinanza 2.0 è Udine, che ha messo a disposizione dei suoi cittadini un servizio Web per segnalare problemi con un clic: un cartello stradale mancante, un lampione rotto, un rifiuto abbandonato.
I risultati, in otto mesi, sono molto soddisfacenti e non poteva essere altrimenti: nessun comune, neppure il più organizzato, potrà mai sostituire la capacità di osservazione di tutti i suoi cittadini. Udine ha 3.500 vigili urbani, mentre grazie all’applicazione è come se gli occhi fossero quelli di tutti e centomila i suoi abitanti.
Così, mettendo in rete le loro osservazioni, anche fare il sindaco è più facile.
Il social network della e-partecipation si basa sugli stessi principi di quelli più famosi: iscrizione, condivisione, e c’è persino una piccola classifica dei cittadini più collaborativi. Naturalmente l’applicazione è particolarmente adatta nella versione mobile per smartphone: si vede qualcosa che non va, si tira fuori il cellulare e si segnala subito, magari postando pure un’immagine.
È molto probabile che altre amministrazioni tenteranno una soluzione simile (il software viene venduto in abbonamento a seconda del numero di abitanti della città: dai tremila euro per 10 mila persone ai sessantamila per una città di 400mila abitanti). Ma devono avere fiducia in sé stesse: il social network, infatti, non permette solo di segnalare un problema, ma anche di notare se il comune è riuscito a risolverlo. In caso contrario, ci farebbe una pessima figura.
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