La proposta di legge di Sergio Boccadutri è stata depositata alla Camera. Il testo è una possibile risposta del Parlamento al bisogno di promuovere i pagamenti digitali, col doppio obiettivo di sostenere l’agenda digitale e di combattere l’evasione fiscale limitando l’uso del contante. Gli 11 articoli del testo non mancheranno di far discutere.
Il progetto di legge sull’epayment ideato dal deputato di SEL parte dall’assunto che i costi derivanti dall’uso del contante ammontano a circa 8 miliardi di euro, pari allo 0,52 per cento del PIL. Ovviamente la proposta di legge si incardina con alcuni temi dell’agenda digitale – a partire dalla fatturazione elettronica e i nuovi obblighi delle P.A. – ma è alimentato da un obiettivo più ambizioso: far recuperare all’Italia l’epayment-divide, argomento importante dell’economia odierna e delle prospettive del paese, come dimostra anche il convegno della scorsa settimana organizzato dal Consorzio Netcomm.
Le proposte di Boccadutri
Il testo della mia proposta di legge su #epayment http://t.co/yRhiWACqYi
— Sergio Boccadutri (@boccadutri) March 10, 2014
Il cashless way del progetto di legge può essere così riassunto:
- Limite di spesa, limite di prelievo. L’articolo 1 fissa a 500 euro la soglia oltre la quale sarà obbligatorio usare la carta di credito, e a 5000 euro la cifra massima di prelievo mensile. Prevista anche una stretta sul prelievo di contanti dai bancomat in taglie grandi.
- Solo pagamenti elettronici. Pubbliche amministrazioni, banche, assicurazioni, sale da gioco, e altri soggetti sono obbligati ad accettare soltanto pagamenti elettronici.
- Niente commissioni. La legge vieta alle pubbliche amministrazioni e ai loro incaricati di applicare maggiorazioni o commissioni per i pagamenti effettuati con carta di credito, di debito o prepagata o con altro strumento di pagamento elettronico.
- Deducibilità. L’articolo 4 stabilisce la possibilità di detrarre o dedurre, sia per le persone fisiche che per le persone giuridiche, solo le spese effettuate tramite bonifico bancario ovvero carta di credito, di debito o prepagata.
- Delega al governo. La proposta di legge ammette che c’è bisogno di un riordino della disciplina in materia di strumenti di pagamento elettronici mediante la raccolta e il coordinamento delle disposizioni vigenti per una legge-quadro.
- Campagna di incentivazione. Si istituisce una commissione consultiva per l’incentivazione dell’utilizzo della moneta e dei mezzi di pagamento elettronici.
Le possibili criticità
Quasi superfluo spiegare come una proposta del genere sembra destinata ad essere accolta malamente: dagli enti locali (ancora impreparati a questa conversione, ma la legge pone come deadline il 1° gennaio 2017), da alcuni partiti politici, dalle rappresentanze di commercianti, artigiani e piccole imprese, forse anche da parte del sistema creditizio. L’Agenzia delle entrate, teoricamente, è coinvolta fortemente e avvantaggiata nel suo lavoro (grazie alla maggiore tracciabilità di questo denaro normalmente circolante), ma bisogna poi coprire le maggiori spese di questa innovazione e non fare la fine della polizia postale, che è stata indebolita nella sua struttura nonostante le leggi che ne richiamano le competenze siano più impegnative di prima.