EPIC, ossia Electronic Privacy Information Center: una sigla che Google ben conosce, poiché con questa sigla ha già avuto a che fare ai tempi di Google Buzz e della denuncia che ha messo al tappeto il primo abbozzato tentativo di Mountain View nel mondo “social”. Ma la EPIC rischia di tornare pesantemente nella storia di Google sulla base di una nuova denuncia che torna a ribadire le vecchie accuse: i fantasmi di Google Buzz tornano a farsi vivi e per le nuove policy per la tutela della privacy annunciate dal team di Mountain View la strada torna a farsi in salita.
Con una comunicazione ufficiale, la EPIC ha notificato l’iniziativa intrapresa presso la U.S. District Court for the District of Columbia, ove è stata depositata una denuncia contro la Federal Trade Commission chiedendo ad alta voce di intervenire affinché la nuova policy Google possa essere respinta prima del 1 marzo, giorno in cui entrerà ufficialmente in vigore. Secondo quanto indicato dalla documentazione, la FTC sarebbe colpevole di non aver ancora agito contro le nuove regole annunciate da Google ed il ritardo accumulato rischierebbe ora di mettere in pericolo la privacy di milioni di utenti.
La EPIC fa risalire il tutto al 2011, quando Google firmò con la FTC un preciso accordo derivante dal caso Google Buzz. Ai tempi Google doveva scontare la forzatura compiuta nei confronti degli utenti con il proprio social network (in seguito affondato ed oggi sostituito funzionalmente da Google+) e prometteva pertanto con un patto ventennale maggior rigore nella tutela della privacy. La denuncia punta però ora il dito contro una nuova possibile violazione: agli utenti sarebbe imposto il nuovo regime, senza possibilità di opt-out.
Google avrebbe tuttavia immediatamente risposto alle accuse, aprendosi totalmente al dialogo con la EPIC per dimostrare la bontà dei propri intenti. Al contempo da più parti lo sconcerto ha generato rumore attorno al progetto: la stessa Unione Europea si è fatta avanti chiedendo chiarimenti e da più parti si auspica quantomeno una sospensione delle procedure per aver più tempo a disposizione per analizzare le ricadute del nuovo documento sulla privacy degli utenti. Il timore è da sempre relativo alla combinazione dei dati tra le varie proprietà Google, qualcosa che consente una maggior profilazione degli utenti mettendo nelle mani del gruppo e del motore un improvviso approfondimento delle informazioni conosciute su ogni singolo account. Google per contro spiega che tale approccio è necessario per restituire una miglior esperienza d’uso dei servizi di Mountain View, utile per semplificare le molteplici policy oggi adottate sui singoli siti, nonché fondamentale per ricavare maggiori soddisfazioni in termini di monetizzazione degli annunci promozionali.
La denuncia EPIC rischia di far deflagrare una situazione che da tempo va saturandosi di preoccupazioni. Google dovrà spegnere presto questa nuova scintilla se non vuol vedere rinviati i termini della nuova policy, mettendo a rischio l’intero impianto costruito attorno al documento.