Ora le cifre sono ufficiali, pubblicate in Gazzetta. Dopo l’approvazione – blitz del 20 giugno in presidenza del consiglio, il decreto del ministro Dario Franceschini è online ed è possibile conoscere l’esatta entità della nuova imposizione per l’equo compenso. Le cifre sono anche peggio del previsto, e riguardano anche i pc senza considerare altre caratteristiche.
Nel decreto pubblicato in Gazzetta c’è tutto quanto e c’è poco da rallegrarsi: fino a 5,20 euro per gli smartphone, 4 euro per i televisori, parecchi euro anche per le memorie integrate e per quelle esterne. Si capisce, dalle tabelle, che l’equo compenso ha un ventaglio più complesso di quanto sembrava all’inizio, questo perché legato alla capacità di memoria secondo una logica progressiva con cifra minima e massima assoluta.
Il volume di storage cresce esponenzialmente in proporzione alla produzione di dati. Tra pochi anni l'#equocompenso costerà miliardi di euro
— C.A. Carnevale-Maffè (@carloalberto) July 8, 2014
Le tabelle
Le tabelle misurano il compenso dovuto, e illustrano tutte le cifre e anche i formati, alcuni dei quali (come audiocassette e Vhs) totalmente spariti dal mercato.
- Supporti audio analogici: 0,23 euro per ogni ora di registrazione;
- Supporti audio digitali dedicati quali minidisc, CD-R Audio: 0,22 euro/per ora;
- Supporti digitali non dedicati, idonei alla registrazione di fonogrammi, quali CD-R dati: 0,10 ogni 700 MB;
- Supporti audio digitali dedicati riscrivibili quali CD-RW: 0.22 euro/per ora;
- Supporti video analogici: 0,10 per/ora;
- Supporti video digitali dedicati quali: DVHS, 0.22 euro/per ora
- Supporti digitali non dedicati, idonei alla registrazione di fonogrammi e videogrammi, quali DVD RAM, DVD DUAL LAYER, DVD-R, DVD+R: 0,20 euro ogni 4.7 GB;
- Supporti digitali non dedicati, idonei alla registrazione di contenuti audio e video quali Blu Ray: 0,20 ogni 25 GB;
- Supporti digitali non dedicati riscrivibili, idonei alla registrazione di contenuti audio e video quali Blu-Ray RW: 0,20 euro ogni 25 GB;
- Apparecchi idonei alla registrazione analogica o digitale, audio e video e masterizzatori di supporti: 5% del prezzo;
- Televisori aventi funzione di registrazione: compenso fisso di 4,00 euro.
Ci sono poi tutte le altre tabelle riassunte in un grafico a parte, nel quale si evincono le cifre per le tecnologie più in uso e che non risparmiano televisori, schede SD, hard disk esterni. In particolare:
- 0,09 euro per ogni GB sulle memorie trasferibili;
- 0,10 euro per ogni GB su chiavette USB superiori a 256MB;
- 0,01 euro per ogni GB su hard disk esterni;
- tariffe crescenti da 3,22 a 32,2 euro, in base alla memoria disponibile, per gli hard disk integrati in “apparecchi multimediali” o “analoghi”;
- da 0,64 a 12,88 euro per i lettori MP3;
- da 4,51 a 14,81 euro per dispositivi utili alla riproduzione di contenuti su TV o Hi-Fi;
- 0,50 euro per telefonini;
- da 3 a 5,2 euro per smartphone in base alla memoria prevista.
Come tutte queste imposizioni non avranno effetto sui prezzi finali degli oggetti non è dato di sapere: se infatti il parere del ministero è che gli smartphone, ad esempio, vengono venduti a prezzo fisso, questa dinamica è esclusa per la stragrande maggioranza degli altri dispositivi dotati di memoria. Davvero difficile credere non si tratti, a tutti gli effetti – quelli concreti – di una “tassa sulla tecnologia”. Nel paese col più grave digital divide in Europa.