Le previsioni iniziali in merito alle tempistiche necessarie per una diffusione su larga scala delle self-driving car erano forse troppo ottimistiche: la stessa Google ha parlato qualche anno fa del 2018 come data di lancio delle vetture equipaggiate con le proprie tecnologie. Servirà più tempo, come già ammesso anche dal gruppo di Mountain View. Quanto, di preciso? Ancora non è dato a saperlo.
Ad intervenire sull’argomento è stato Eric Schmidt, in occasione dell’incontro annuale con gli investitori di Alphabet. Gli è stata rivolta da un presente nel pubblico una domanda ben precisa su quanto sarà necessario attendere prima di poter veder circolare in strada i veicoli a guida autonoma. La risposta non fornisce alcuna indicazione precisa, ma passa in rassegna i dubbi che ancora permangono e fa emergere l’esigenza di una fitta collaborazione tra gli automaker, chi si occupa di sviluppare i sistemi di self-driving e coloro i quali sono invece preposti a rivedere le normative legate alla mobilità.
È davvero difficile dirlo. La previsione all’interno dell’azienda è di qualche anno, non decenni, ma molto dipenderà dalle normative. Dipenderà anche da dove ci si trova. Sarà ovviamente anche molto più semplice da gestire nelle aree in cui, ad esempio, ci sono ampi parcheggi.
L’unica certezza, se di certezza si può parlare, è che non sarà necessario attendere decenni, ma qualche anno. Interessante il riferimento ai parcheggi. Schmidt sembra suggerire che, almeno in una prima fase, disporre di stalli più ampi agevolerà la circolazione delle vetture a guida autonoma. Un punto di vista in netta contrapposizione con quello di Chris Urmson, CTO del team al lavoro sulle self-driving car di bigG, che in passato ha dichiarato senza troppi giri di parole che uno dei vantaggi concreti apportati da questo tipo di tecnologia sarà la riduzione dello spazio necessario per eseguire le manovre di posizionamento del veicolo.