Nella giornata di mercoledì Eric Schmidt è intervenuto nel corso della conferenza organizzata dalla Magazine Publishers Association, salendo sul palco accompagnato da Scott Dadich di Wired per parlare di come cambierà in futuro il mondo dell’editoria. Tra gli argomenti discussi, il più interessante riguarda il futuro dei magazine. Per il chairman di Google non ci sono dubbi: nei prossimi anni la pubblicazione passerà dal cartaceo al formato digitale, per sfruttare le potenzialità dei tablet.
I tablet sono oggi più popolari rispetto ai PC. Si possono utilizzare per leggere, conoscono la posizione in cui ci si trova, hanno un accelerometro. Ci sono molte cose che gli editori possono fare con i magazine sui tablet, impossibili invece sul cartaceo.
Schmidt fa dunque riferimento alle funzionalità offerte dai dispositivi touchscreen con schermi di dimensioni medio-grandi. L’interazione potrebbe rappresentare un elemento chiave per l’evoluzione di magazine e riviste, mettendo a disposizione dei lettori contenuti dinamici che per ovvi motivi non è possibile pubblicare oggi in formato cartaceo. Guardando in avanti, l’ex CEO di bigG profetizza l’avvento di device innovativi.
Tra cinque anni ci saranno dispositivi potenti dall’aspetto nemmeno troppo simile ai tablet, che sostituiranno i media tradizionali. Questi saranno equipaggiati con applicazioni incredibilmente coinvolgenti. Tra queste anche quelle per i magazine, che sfrutteranno le interazioni sociali delle persone, la geolocalizzazione e altre funzionalità in modo da offrire un’esperienza interattiva.
Ovviamente, rappresentando il più grande colosso al mondo nel campo dell’advertising online, Schmidt offre il suo punto di vista sulla questione considerando anche le opportunità in termini di ritorno economico derivante dalla pubblicità.
Potrebbe essere molto positivo per gli editori. Pensando all’advertising online, conoscere la posizione geografica permette di visualizzare inserzioni per un target specifico, cosa che non avviene oggi sulla carta stampata. In questo modo i lettori saranno invogliati al click e chi compra pubblicità accrescerà i propri investimenti.
Il contesto obbliga a citare la chiusura del progetto The Daily, lanciato dalla News Corporation di Rupert Murdoch a inizio 2011 e giunto al capolinea nel dicembre dell’anno successivo. Anche in quel caso si è puntato sui dispositivi touch (solamente iPad) per la distribuzione delle notizie. Sebbene la natura dei contenuti fosse diversa (più simile ad un quotidiano che a un magazine), il fallimento ha spinto molti a pensare che il mondo dell’editoria non sia ancora pronto per il grande e definitivo salto verso il digitale. Ovviamente nei prossimi anni le cose potrebbero cambiare, complice anche una diffusione sempre più capillare dei tablet.