Eric Schmidt non è più l’elemento comune tra Google ed Apple: i due gruppi, accomunati da una parallela sfida a Microsoft, avevano infatti visto nel CEO Google il tassello che aveva sancito l’alleanza tra le parti. Allenza, però, sempre più scomoda e sempre meno lecita. La Federal Trade Commission, infatti, aveva nel mirino la posizione di Schmidt ed aveva già espresso i propri seri dubbi in merito.
Schmidt era tanto CEO Google quanto elemento di spicco del board Apple. Le parti avevano sempre negato qualsivoglia concorrenza tra i due gruppi, il che non avrebbe dovuto mettere in dubbio la regolarità. Schmidt aveva riconfermato la propria posizione l’8 Maggio scorso, sfidando con una prova di forza quanti vedevano in lui la pietra dello scandalo nei rapporti tra Cupertino e Mountain View. L’evidenza, però, diceva altrimenti: Android è una sfida ad iPhone OS, Chrome è una sfida a Safari, Chrome OS è una sfida a Mac OS. Per questo l’FTC è intervenuta, e per questo ora Eric Schmidt ha preferito togliere tutti dall’imbarazzo e rassegnare le dimissioni dal board della mela.
La comunicazione ufficiale giunge da un comunicato Apple a firma di Steve Jobs. Spiega il CEO Apple: «Eric è stato un membro eccellente del board Apple, investendovi il suo tempo, il suo talento, la sua passione e la sua saggezza per aiutare Apple ad avere successo. Purtroppo, con l’entrata di Google nel core business di Apple con Android e Chrome OS, l’efficacia di Eric nel board Apple è significativamente diminuita, fino al momento in cui ha ricusato se stesso da una larga parte dei nostri incontri per potenziali conflitti di interesse. A questo punto abbiamo comunemente deciso che era venuto il momento per Eric di rassegnare le dimissioni dal board Apple».
Apple saluta e ringrazia, Schmidt lascia il posto. Il CEO torna a Mountain View cancellando il conflitto di interesse che stava mettendo nell’imbarazzo entrambi i gruppi. Nessuna notizia, però, concerne al momento Arthur Levinson, altro elemento in comune tra le due aziende. Il nome di Levinson, infatti, compare ancora tanto nel board Apple quanto nel board Google.
Curiosa la tempistica dell’annuncio di Schmidt: da poche ore infatti la Federal Communications Commission aveva inviato specifiche missive per approfondire le cause del diniego da parte di Apple dell’applicazione Google Voice all’interno dell’App Store di Cupertino. Due di queste lettere erano virtualmente inviate a Schmidt, il quale si trovava al tempo stesso tanto sul versante della parte sotto indagine quanto dalla parte lesa. Nel momento in cui lo stesso responsabile si sarebbe trovato tanto dalla parte della ragione quanto dalla parte del torto, però, il conflitto di interessi sarebbe stato conclamato.