Eric Schmidt si è apertamente schierato per Barack Obama. Quando mancano ormai appena due settimane alle elezioni Presidenziali più importanti del mondo, si moltiplicano le prese di posizione in favore del candidato democratico. Dopo la clamorosa promozione che nel weekend Obama ha ricevuto addirittura da Colin Powell, ora è il momento del plauso di Eric Schmidt, CEO Google, tra le prime voci del mondo “tecnologico” a scegliere pubblicamente una delle due fazioni in vista dell’appuntamento elettorale. Prima di Schmidt alcune preferenze altisonanti avevano scelto la fazione avversaria, con soprattutto Meg Whitman (CEO eBay) pronta a scendere in campo con decisione al fianco di McCain.
A Mountain View si è raramente fatto mistero di quello che è il gusto politico per le prossime elezioni. Google ha avuto di che scontrarsi con il Governo uscente su varie questioni, non da ultime le preoccupazioni antitrust che stanno inibendo al momento il patto consacrato con Yahoo. Eric Schmidt ha deciso di uscire allo scoperto e, sebbene arguisca di parlare a titolo personale, esprime una dichiarazione di voto di somma importanza. Schmidt tenta anche di tenere fuori dalla vicenda la propria azienda dichiarandola politicamente neutrale, ma la questione appare mera forma che difficilmente nasconde una sostanza ben diversa: Google ha da tempo scelto il proprio candidato prediletto ed anche tra i dipendenti vi sarebbe stata una forte tendenza a sponsorizzare la campagna democratica piuttosto che quella repubblicana (487,355 dollari contro 20,600: sono queste le cifre ufficializzate dal Wall Street Journal).
Google e Obama hanno soprattutto un tema caldo in comune: l’ambiente e l’energia. Per il resto i contatti tra le parti hanno valutato l’opportunità di nuove politiche per il lavoro mentre più nebulosa è stata nel tempo la posizione di Obama nei confronti dei temi sulla Net Neutrality.
A distanza di pochi giorni dalle elezioni, una presa di posizione può essere interpretata tanto come un coraggioso sbilanciamento, quanto come un tentativo sconnesso di salire sul carro del probabile vincitore. La forza dei sondaggi a favore di Obama e gli strumenti in mano a Google per fiutare lo “zeitgeist” del momento sono probabilmente strumenti sufficientemente solidi affinché Schmidt possa sbilanciarsi senza rischi eccessivi, tuttavia a Google va riconosciuta una certa vicinanza ad Obama anche in tempi non sospetti. Recentemente anche da Bill Gates era giunto un pollice alto per il candidato (peraltro interessante cliente per l’advertising “in-game” del mondo Xbox Live) e con il pubblico abbraccio di Schmidt il senatore dell’Illinois mette a segno la sua ennesima scoccata vincente.
Secondo il Wall Street Journal la presa di posizione di Schmidt potrebbe essere interessata: in un ipotetico post-Google, il CEO potrebbe infatti ambire ad un posto al fianco di Obama nell’entourage governativo con un intrigante ruolo di “Chief Technology Officer” che tanto l’amministratore delegato quanto l’azienda di Mountain View potrebbero con tutta evidenza gradire.