Il rapporto tra Google e Apple è da sempre testo, con le due aziende impegnate a contendersi la fetta più grande del panorama mobile e non solo. In più d’una occasione i rispettivi rappresentanti si sono scambiati qualche stoccata, soprattutto per quanto riguarda la concorrenza tra l’ecosistema Android e quello iOS: le due parti in gioco sono state protagoniste anche di una lunga battaglia legale, che ha visto alcuni partner OEM di bigG trascinati in tribunale per la presunta violazione di brevetti.
Con l’avvicendamento al vertice della mela morsicata i toni della discussione sono in parte cambiati. Lo dimostra l’intervento di Eric Schmidt davanti ad un pubblico di circa 400 persone del Commonwealth Club of Silicon Valley, dove il chairman di Mountain View ha proseguito il tour promozionale del suo nuovo volume. Gli è stato chiesto chi è il suo “eroe”, tecnologicamente parlando. A tal proposito il presidente di Google non ha alcun dubbio e ha nominato senza esitazione Steve Jobs, a testimonianza di come ormai i tempi della “guerra termonucleare” tra le due aziende auspicata dall’iCEO siano ormai un lontano ricordo.
Per me, è semplice. Steve Jobs. Tutti noi possiamo solo aspirare ad essere una piccola percentuale di Steve.
Il tono cambia decisamente quando si parla del successore, Tim Cook. Schmidt replica all’attuale numero uno di Cupertino riferendosi alle accuse mosse nei giorni scorsi sul tema della privacy, ribadendo l’impegno profuso negli anni da Google per garantire la tutela dei dati personali degli utenti.
Qualcuno non lo ha informato correttamente sulla policy di Google. È un peccato per lui. In primo luogo, nel caso di Google, siamo sempre stati leader per quanto riguarda sicurezza e crittografia. I nostri sistemi sono di gran lunga più sicuri e criptati rispetto a quelli di qualsiasi altro, Apple inclusa. Si stanno dando da fare e questo è buono.
Il chairman sottolinea dunque nuovamente quanto già dichiarato in precedenza davanti alle telecamere della ABC. Di seguito il suo intervento nel programma condotto da Rebecca Jarvis, per presentare il nuovo libro intitolato “How Google Works” scritto a quattro mani con Jonathan Rosenberg.