Nelle scorse settimane Eric Schmidt ha fatto parte di una delegazione (insieme a Bill Richardson, ex governatore del Nuovo Messico) volata nella Corea del Nord. L’ex CEO di Google ha incontrato gli studenti della Kim Il Sung University, per capire quale sia lo stato di salute attuale della Rete nel paese asiatico. Al ritorno il chairman di Mountain View ha condiviso con la stampa alcune riflessioni in merito alle ripercussioni negative derivanti dalla censura imposta dai vertici, approfondite con un intervento comparso ieri su Google+.
Va innanzitutto ricordato che sulla trasferta si è pronunciato anche il Dipartimento di Stato a stelle e strisce, prendendo le distanze dall’iniziativa soprattutto a causa delle recenti tensioni insorte tra Stati Uniti e Corea del Nord. Un monito che non ha però scoraggiato Schmidt e i suoi. Ecco, riportata di seguito, la traduzione di alcuni estratti del post in questione.
Desidero ringraziare il governatore Richardson per aver invitato me e i membri del mio staff in questo viaggio. Si è trattato di una trasferta privata con l’obiettivo di discutere di un Internet libera e aperta. I nordcoreani si sono dimostrati disposti ad ascoltarci e hanno risposto alle nostre domande. Ciò nonostante, la diffusione della tecnologia nel paese è al momento molto limitata. C’è una rete 3G gestita in collaborazione con l’operatore egiziano Orascom: si tratta di un network basato sulla frequenza 2.100 MHz impiegata per gli SMS, che non consente però agli utenti la connessione al Web. Sarebbe molto semplice sfruttarlo per l’accesso a Internet tramite 3G. Le stime attuali parlano di un milione e mezzo di telefoni nel paese, con una crescita nell’immediato futuro.
Solo una piccola parte della popolazione (si parla di qualche migliaio di persone su 25 milioni) ha accesso al Web, mentre per tutti gli altri è stata allestita una sorta di Intranet con documenti e materiali approvati dai vertici del paese.
La popolazione dispone di un accesso a Internet supervisionato e di una Intranet coreana. Sembra che nessuno possa effettuare l’accesso al Web se non controllato da un’altra persona. La rete interna è invece collegata alle loro università. Sarebbe molto semplice consentire a tutti la navigazione sul Web.
Schmidt parla anche di software, spiegando che la maggior parte dei computer è basata su piattaforme open source, in particolare sulle distribuzioni Linux.
Ci hanno mostrato che le loro tecnologie e i loro software sono open source, in particolar modo Linux. Gli unici a poter effettuare l’accesso a Internet sono i membri del governo, delle forze militari e le università.