Il protocollo HTTP utilizza una serie di codici numerici per restituire ai browser messaggi provenienti dai server contenenti le risorse Web. Si tratta di una lunga serie di codifiche, molte delle quali note e ampiamente riconosciute. Una nuova codifica viene però a incastonarsi in questo quadro: è quella relativa alle risorse vietate per motivi legali, rendendo così esplicita l’eventuale improvvisa impossibilità di reperire un particolare file.
Errore 451: vietato per motivi legali
Errore 404: risorsa non trovata; errore 401: risorsa accessibile soltanto sotto autorizzazione; errore 400: un errore di sintassi impedisce il reperimento della risorsa. E poi c’è il nuovo Errore 451: impossibile raggiungere la risorsa in quanto il suo accesso è vietato per motivi legali. Al momento la codifica non è ancora ufficiale e campeggia soltanto all’interno di un draft di proposta. Trattasi però di una proposta firmata dall’Internet Engineering Steering Group a titolo “An HTTP Status Code to Report Legal Obstacles” e già depositata presso l’Internet Engineering Task Force (IETF).
L’approvazione della bozza costituirebbe una importante risposta del mondo del Web alle pressioni che provengono dal mondo esterno: la censura, i problemi di copyright e molto altro ancora hanno fatto sì che il Web diventasse una risorsa meno ampia rispetto alle ambizioni iniziali, fermando la pubblicazione di talune risorse per motivi dettati da regole spesso differenti di nazione in nazione. Esplicitare il fatto che una risorsa non sia disponibile per motivi legali equivale a scaricare le colpe sulla nazione in oggetto. Del resto a questo servono le codifiche di errore previste da protocollo: a capire la natura del problema per tentare di risalirne i meccanismi fino alla formulazione di una soluzione. Medesimo principio sembra voler essere applicato anche alla problematica dei fermi di natura legale: l’utente sappia regolarsi e, quando incrocia un errore 451, sappia soprattutto quale ne è l’origine.
Immediata è scattata anche l’ipotesi per cui il numero della codifica non sia casuale. “Fahrenheit 451” è infatti il vecchio romanzo di fantascienza improntato sul concetto di censura: libri bruciati alla temperatura di 451 gradi Fahrenheit per impedire l’accesso a tali risorse da parte dei lettori. L’analogia con il nuovo Errore 451 sembra essere pertanto tutto fuorché casuale.