Oltre un miliardo di stelle, attentamente posizionate su una cartina tridimensionale che rappresenta la nostra galassia. È il frutto di un progetto messo in campo dalla European Space Agency, basandosi sui dati raccolti dall’osservatorio spaziale Gaia lanciato a fine 2013 e che attualmente si trova nell’orbita di Lissajous. Il lavoro sarà portato a compimento entro il 2018, ma già ora è possibile dare uno sguardo ad un’anteprima work in progress, grazie alla mappa generata con i dati ricevuti tra il luglio 2014 e il settembre 2015.
Gaia ha portato avanti il proprio lavoro di scansione dello spazio immagazzinando informazioni a sufficienza per creare la mappa 3D più dettagliata di sempre della Via Lattea (disponibile per il download una versione in alta risoluzione da 80,7 MB). Uno strumento che aiuterà studiosi e ricercatori a meglio comprenderne l’origine e l’evoluzione.
Il risultato odierno già sarebbe sufficiente per capire l’importanza della missione, ma rappresenta solo un inizio di ciò che il satellite permetterà all’ESA. L’agenzia ha per ora diffuso i primi dati riguardanti la distanza e il movimento di due milioni di stelle al di fuori della nostra galassia. Queste le parole di Alvaro Giménez (Director of Science).
La pubblicazione di oggi ci offre un primo sguardo agli incredibili dati che potremo ottenere e che rivoluzioneranno il nostro sapere a proposito di come le stelle sono distribuite e si muovono all’interno delle galassie.
L’apparecchiatura di bordo è quanto di più tecnologicamente avanzato attualmente a disposizione per scrutare gli angoli remoti dello spazio. Sono equipaggiati due telescopi e dieci specchi, questi ultimi in grado di catturare la luce proveniente dalle stelle e direzionarla verso gli strumenti dedicati all’analisi e all’elaborazione dei dati. Oltre a posizione e movimento, Gaia determina la composizione dei corpi celesti, la loro temperatura e la luminosità emessa.
Un miliardo di stelle potrebbe sembrare un volume incredibilmente elevato, ma per gli addetti allo studio dell’universo non è così: è meno dell’1% di quante ne contiene la Via Lattea, secondo le stime ritenute più precise e affidabili. La maggior parte si trova al centro, come visibile dalla sezione più chiara della mappa, all’interno di un disco dal diametro di circa 100.000 anni luce e con uno spessore di 1.000 anni luce.