ARIA, conosciuta sino a poco tempo fa come Ariadsl, è stata sicuramente la più gradita sorpresa che è emersa dall’asta per l’assegnazione delle frequenze per il WiMax italiano. Sconosciuta ai più, è riuscita grazie ad un ottimo budget garantito da soci importanti (come David Gilo e Goldman Sachs) a battere colossi del calibro di Telecom Italia.
Ci si aspetta molto da Aria che ha conquistato le licenze per l’intero territorio italiano e che ha dato segni di grande vitalità stringendo da subito accordi molto importanti con grandi partner tra cui per esempio BT Italia. Anche Aria è oramai quasi pronta a lanciare le proprie offerte di connettività WiMax ma nonostante molti rumor non sappiamo ancora quale sarà l’offerta iniziale sai dal punto di vista della copertura, sia dal punto di vista squisitamente tecnico/economico.
Abbiamo la fortuna di poter chiedere direttamente a Mario Citelli, “Amministratore Delegato di Aria”, dei progetti presenti e futuri di questo giovane e dinamico provider.
Siete stati la sorpresa dell’asta per le frequenze del WiMax, tutti si aspettavano la solita “passeggiata” di Telecom e invece siete spuntati voi.
Adesso moltissimi utenti, soprattutto quelli che abitano in zone “digital divise” vi aspettano con ansia. Che progetti avete per loro, o meglio come verrà strutturata la crescita della vostra rete? Privilegerete inizialmente i grandi centri, oppure punterete da subito alla aree digital divise? Quali saranno le prime aree che andrete a coprire?
Il nostro servizio verrà offerto Innanzitutto alle aree in Digital Divide, non solo nel rispetto degli impegni presi nei confronti del Governo all’interno delle regole della Gara d’Asta effettuata, ma anche seguendo una precisa analisi di mercato che sottolinea la domanda in aree non servite. Successivamente potrà essere anche percepito come servizio complementare e alternativo nelle aree con offerta competitiva. Concretamente, il nostro primo obiettivo è fare dell’Umbria, nel giro di qualche mese, la prima regione d’Italia completamente coperta da servizio a banda larga, eliminando del tutto il divario digitale e dando vita ad una infrastruttura telematica che vuole rappresentare un modello pilota per le altre realtà. Questo è un impegno che estenderemo alle altre regioni italiane: entro giugno 2009, è notizia di qualche giorno fa, installeremo oltre 1.200 stazioni WiMax su tutto il territorio nazionale ed entro i primi due mesi del 2009 raggiungeremo con il servizio circa 100 comuni in Lombardia, Veneto e Toscana.
Ci tengo a precisare inoltre che il nostro piano di roll out, presentato dopo l’assegnazione delle licenze,è in pieno sviluppo.
Alla data attuale le vostre offerte non sono state ufficialmente lanciate, eppure molti rumor affermerebbero di offerte comprese tra i 25 e i 45? per un collegamento a banda larga pari a 7Mbit in download e 512Kbit in upload. Potete darci qualche anticipazione in merito alle offerte e al loro lancio ufficiale?
Prevediamo di rispettare gli impegni annunciati in precedenza e di lanciare la nostra offerta commerciale tra qualche settimana.
L’offerta al lancio sarà un servizio di connettività Internet a banda larga (il servizio di telefonia sarà fornito in seguito nel corso della prima metà del 2009).
Il prezzo di lancio per la clientela residenziale oscillerà tra i 15?/mese per l’offerta base fino a 25?/mese per l’offerta premium.
Successivamente nel corso del secondo trimestre 2009 Aria lancerà anche servizi integrati di Internet e fonia.
La rete italiana di seconda generazione (Next Generation Network), tarda ad arrivare e con l’attuale crisi economica potrebbe diventare forse solo un pallido sogno. Il WiMax e i vostri progetti come si inseriscono in questo contesto? Potrà diventare il WiMax nei prossimi anni una sorta di rete di seconda generazione parallela a quella classica via cavo?
La realizzazione di nuovi investimenti presenta sempre più gravosi ostacoli finanziari per le aziende, soprattutto in questo periodi di crisi economica.
Credo sia necessario trovare forme “sostenibili” di investimento: dal punto di vista delle tecnologie ICT e delle telecomunicazioni nulla sembra più adeguato, in un ottica di economia sostenibile, dell’adozione di sistemi “aperti”.
Penso che, per rispondere alla sua domanda, solo inquadrando il discorso in questo modo, il WiMax potrà diventare, concretamente, nei prossimi anni, una rete di seconda generazione alternativa a quella classica via cavo.
La copertura di aree rurali è relativamente facile, l’assenza di ostacoli permette di coprire maggiori spazi, mentre in ambito cittadino le cose sono molto diverse. Come sarà strutturata la vostra rete in tal senso? Fornirete un’antenna esterna per ricevere il segnale WiMax delle vostre antenne oppure sarà sufficiente un modem WiMax indoor? In questo secondo caso che modelli verranno certificati da voi?
Nelle aree urbane, a dire la verità, il WiMax può sfruttare le pareti riflettenti degli edifici per garantire una copertura ottimale. La scelta delle antenne da adottare, pertanto non è determinata dall’area urbana o dall’area rurale in cui viene installata, ma dalle prestazioni e dalle esigenze specifiche dell’utenza.
Per l’utenza privata, le priorità da considerare riguardano i costi di accesso e la semplicità di utilizzo e di installazione delle antenne. Per questo segmento di mercato, le antenne indoor sono la soluzione ideale, in quanto non richiedono installazione e sono di facile utilizzo.
La scelta poi di antenna interna ed esterna sarà determinata dalla potenza del segnale e dalle specificità delle singole aree: per cui, un condominio di utenti privati in area urbana, per esempio, potrà optare per un antenna esterna, come avviene per le antenne paraboliche, oppure ciascun inquilino potrà avere la propria antenna interna o esterna.
Per quanto riguarda i modelli, abbiamo un accordo con Intel per i laptop, con Alcatel-Lucent e Nokia Siemens per le stazioni WiMax: altri produttori e modelli verranno resi noti quando lanceremo ufficialmente la nostra offerta commerciale.
I vostri progetti e i vostri “sogni” per i prossimi due anni? Una curiosità: riusciremo mai a vedere il WiMax mobile, cioè il WiMax utilizzato nei cellulari, palmari… al posto dei classici collegamenti UMTS/Hsdpa?
Progettiamo di installare nel giro di 4 anni 4400 antenne per la diffusione del segnale WiMax, antenne con una potenza limitata e quindi con un impatto controllato sull’inquinamento elettromagnetico, per coprire il Paese e offrire servizi di accesso a Internet, ma anche voce e servizi di fonia in modalità VoIP, “voice over IP”, con una capacità di banda di 7 mega a prezzi contenuti. Gli investimenti raggiungeranno nei 4 anni la cifra di circa 350/400 milioni di euro e, sempre sottolineando l’attenzione prevalente alle aree non servite, si riferiranno ad un potenziale di mercato di 33 milioni di abitanti distribuito su tutte le Regioni Italiane.
Per quel che riguarda il WiMax mobile, mi sento di dire che non è certo un’utopia, ma una realtà che si sta realizzando. Lo standard IEEE 802.16e già consente una mobilità a velocità veicolari. Al momento i test hanno confermato che il WiMax funziona fino a velocità di 70Km/h ma l’evoluzione e le implementazioni dello standard stanno procedendo molto rapidamente. Lo IEEE prevede infatti di definire entro la fine del 2009 e approvare entro la prima metà del 2010, lo standard IEEE 802.16m che sviluppa e ottimizza il supporto per le comunicazioni mobile. A quel punto, una volta che avremo creato l’infrastruttura di rete, basterà aggiornare i dispositivi per garantire i servizi di telefonia mobile su reti WiMax.