Esempi di mobile crowdsourcing: txteagle e Mob4Hire

Esempi di mobile crowdsourcing: txteagle e Mob4Hire

Il termine Crowdsourcing (crowd + outsourcing) è un neologismo che definisce un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone non già organizzate in un team. Tale processo avviene attraverso degli strumenti Web o, comunque, dei portali su Internet.
Ma è un modello che funziona? Esistono già diversi casi di successo di crowdsourcing, anche per richieste complesse e articolate, come ad esempio 99designs, che si occupa di commissionare ad una community di persone, composta da freelance e veri professionisti, la gestione di un progetto grafico.

Il mobile, con la sua peculiare capacità di raggiungere le masse, superiore a quanto sono in grado di fare i mass media e Internet, si candida ad essere un ottimo mezzo per arrivare ad una community molto vasta ed eterogenea. Quindi, supportati dalla legge dei grandi numeri, è verosimile pensare che in questo vasto bacino sarà possibile trovare qualcuno capace e disposto a svolgere compiti particolari e di nicchia.

Prendiamo ad esempio la localizzazione di testi nelle difficili e frammentarie lingue parlate in molti paesi emergenti. Poter chiedere ai diretti interessati di tradurre parole o singole frasi, dietro pagamento di un piccolo compenso, permetterebbe di ottenere fedeli traduzioni, in poco tempo, con poca spesa, senza dover ricorrere ad un professionista difficile da trovare.

Questo, e altri ambiti, rientrano nella visione di txteagle, una società del New Mexico che aggiunge al suo business anche un’attenzione verso il sociale, agendo principalmente in paesi poveri e in via di sviluppo e ricompensando i loro abitanti per svolgere semplici compiti. Traduzione di testi, trascrizione di conversazioni e altro audio, partecipazione a sondaggi. Il tutto usando solo cellulari e SMS, senza altre tecnologie aggiuntive.

Diversa l’impostazione di Mob4Hire, che chiede alla sua community di eseguire il beta testing di applicazioni e giochi per dispositivi mobili. Dopo essersi registrati sul sito e aver specificato la propria area geografica e modello/i di terminale a disposizione, si viene ricontattati in base alla corrispondenza con i criteri dettati dai progetti in corso.

Quanto riportato fin qui sono solo due tra le realtà oggi esistenti. Sarebbe interessante sapere se ne conoscete altre simili. Inoltre, se prendiamo per vera la saggezza dei nonni, convinti che l’unione fa la forza, le prospettive di sviluppo del crouwdsourcing potrebbero essere davvero rosee.

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