Apprendo da un articolo di Moreno Tiziani che un recente studio dell’Università del Michigan ha portato di nuovo all’attenzione dei media la relazione videogiochi-violenza.
Televisione e videogiochi sono, come noto, molto diffusi nelle case e sono ormai da decenni il passatempo preferito dai bambini. I contenuti di tv per videogiochi, però, non sempre sono adatti ai bambini ed adolescenti, anzi spesso in tv vediamo contenuti che possono dar fastidio ad un adulto, figuriamoci ad un bambino.
Resto invece sempre molto scettico quando si fanno associazioni tra comportamenti violenti e l’uso di videogiochi. Io non penso di ci sia una relazione così stretta, ma credo piuttosto si tratti di una predisposizione caratteriale. Io da piccolo giocavo moltissimo a sparatutto sanguinari e quando giocavo a GTA cercavo di investire quanta più gente possibile al volante della mia auto.
Tuttavia, se chiedete nella cerchia di amici e conoscenti, sono noto per essere particolarmente pacato e prudente al volante. Viceversa i bulli più aggerriti che ho conosciuto a medie e liceo, stavano molto poco tempo davanti alla console, preferendo passare le loro giornate in oratorio a umiliare (e talvolta picchiare) altri ragazzi più timidi.
Certo, direte voi, non puoi confutare uno studio universitario con la tua esperienza personale, ed è verissimo. Tuttavia ritengo che troppo spesso si incrimini il videogame di colpe che non ha.
Semmai, a voler incriminare per forza qualcuno, bisognerebbe puntare il dito su genitori che regalano videogame segnalati per una diversa fascia di pubblico, o a quelli che lasciano i propri figli rimbecillirsi di televisione tutto il pomeriggio.
Altri studi universitari hanno infatti dimostrato che i videogame possono stimolare l’intelligenza, i riflessi e rilasciare endorfine, fonte del piacere. Insomma, come in tutte le cose, un uso corretto, anche di videogame violenti, all’età giusta può essere cosa positiva. Passare il messaggio che il videogioco violento è da bandire è secondo me errato. Il videogioco violento può anche servire per sfogare nervosismi e rabbia, che è meglio riversare in pallottole virtuali piuttosto che in pallottole reali come, ahimé, talvolta succede.